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Palmeiras: la capolista ingrana anche in trasferta

È il grande momento del Palmeiras e se ne sono accorti tutti. Dopo un cammino casalingo impressionante con 7 vittorie su 7 (ribattezzata Onda Verde in Brasile) nel nuovo Allianz Parque è arrivata anche la prima grande soddisfazione esterna della stagione che consolida un primato in classifica più che meritato.

L’ultimo successo esterno era datato 5 giugno sul campo del Flamengo che però non giocando nel suo Maracanà né nella sua Rio ma addirittura al Mané Garrincha di Brasilia aveva il sapore di una vittoria in campo neutro. Poi c’è stato il pareggio rocambolesco di Coritiba e la sconfitta in casa del Cruzeiro fino ad arrivare alla grandissima performance dell’ultima notte.

A Recife contro lo Sport si è visto il vero Palmeiras, quello capace di mettere tutti in fila in classifica e protagonista di un gioco in velocità che mette in difficoltà chiunque: è un gruppo compatto e giovane che sotto la guida di Cuca ha trovato una dimensione importante.

Squadra come detto trascinata dalla gioventù, soprattutto in attacco. Tre uomini rapidi e tecnici che hanno capito come far male anche in trasferta e adesso sembrano implacabili.

Erik ha ritrovato la miglior versione di se stesso mantenendo finalmente le promesse che erano arrivate assieme a lui dopo il trasferimento dal Goias: l’attaccante classe ’94  con la sua tecnica e velocità esplosiva sta trovando gol e continuità e nel ruolo di esterno mancino nel 4-3-3 è una vera e propria mina vagante. Dall’altra parte c’è un altro giovanissimo, Roger Guedes (’96) che serve a dare equilibrio al sistema di gioco ed è utilissimo in tutto quello che fa.

E poi al centro dell’attacco non c’è nemmeno più bisogno di parlarne: Gabriel Jesus. Decimo gol in 13 partite, capocannoniere del Brasileirao con una facilità disarmante di puntare la porta palla al piede e di trovare sempre la maniera di metterla in gol.

Difficile a 19 anni essere così completi: dribbling, posizione, fiuto del gol. Gabriel Jesus in questo momento si sta facendo apprezzare da tutto il mondo e chissà quanto il Verdao soffrirà la sua assenza nel periodo olimpico sempre più vicino.

Simone Gamberini

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