E’ chiaro che dopo il 2-0 della Jämtkraft Arena la pratica fosse grossomodo sbrigata. Mancava il ritorno, una formalità alla Türk Telekom Arena, conclusasi con un 1-1 che ha mandato in visibilio l’universo gravitante intorno all’Östersunds. Per la prima volta i rossoneri si trovano a viaggiare per l’Europa, e sebbene l’inesperienza sia un fardello pesante, Graham Potter sa il fatto suo e pare aver istillato nei suoi la mentalità giusta. Far fuori il Galatasaray, e approdare al terzo turno sconfiggendo un team che ha partecipato a quattro delle ultime cinque Champions, è un risultato da ricordare.
Fallimento – E’ il fallimento turco, inutile dirlo. La Scuola di Galata attraversa un periodo di crisi, in cui la magia di Potter ha fatto la differenza gettando un macigno addosso all’Istanbul giallorossa. Il giornale Sözcü vede “il peggior Galatasaray della storia“, riportando al precedente del 1995 (quando la squadra uscì così precocemente dalle coppe europee). Fanatik esamina “uno scandalo”, mentre AMK scrive “Galatasaray battuto da una squadra svedese debole”. La stessa linea è la più o meno battuta dai restanti giornali turchi, da Aksam Spor (“Brain Dead”) a HT Spor (“E’ una vergogna”) fino a T-Spor (“Una notte nella vergogna”). Al triplice fischio di Bastian Dankert, i grandi di Turchia erano fuori: fatto non particolarmente accettato dalla tifoseria molto calda del Gala, che ha manifestato tutto il suo disappunto. Tifosi che urlavano rimpiangendo Wesley Sneijder, altri che inneggiavano alle dimissioni di Tudor (il tecnico si è preso le responsabilità del flop, ma non pare aver migliorato la sua posizione). E c’è stata anche tanta (e sottolineo, tanta) gente che ha dato perfino fuoco ai propri abbonamenti in chiaro ed inequivocabile segno di protesta. Ah, piccolo particolare: il campionato turco comincia ad agosto. E non è che si navighi nell’oro, da quelle parti…
Clima caldo – Il solito inferno si è palesato dinanzi agli undici rossoneri in campo. E dico “solito” perché non vi sarà difficile girare per Youtube dando un’occhiata a quanto caliente sappia esser la torcida turca (figuriamoci se si sente odore di rimonta…). Eppure, i giocatori del Galatasaray non sono riusciti a utilizzare l’energia del pubblico: merito anche di Tom Pettersson e Sotirios Papagiannopoulos, difensori centrali, che hanno retto egregiamente alle folate di Gomis e colleghi: fischiati a più non posso dagli spalti, dopo il rigore di Nouri Tom Pettersson ha scelto di non esultare troppo visibilmente: “No, non osavo davvero. Non si sa mai, dovevamo stare all’erta: non dimenticherò mai la sensazione”. E alla fine, parallelamente alla contestazione di Tudor e del suo Galatasaray, è stata festa: “Erano tutti lì sopra, ci hanno applaudito. Io di solito non provo la pelle d’oca, ma è stato magico”.
Inferno – “Benvenuti all’inferno” recitava un messaggio che i tifosi del Gala avevano esposto per dare il benvenuto al Manchester United nel 1993. Lo ha confermato anche Johan Elmander all’Aftonbladet, lui, svedese ma con un passato nel club di Istanbul. E invece, Graham Potter non ne pareva particolarmente colpito: “E’ bello esser qui, è una grande sfida”. Detto con lo stesso atteggiamento del maturando spocchioso prima di presentarsi dinanzi alla commissione d’esame che valuterà la sua maturità: “Mi aspetto che prenderanno in mano il gioco, in modo imponente e aggressivo in quanto squadra di casa. Abbiamo un enorme rispetto per il Galatasaray, che è una fantastica squadra di calcio, e sarà una grande sfida per i nostri giocatori, ma anche una grande opportunità. Ci sarà anche una folla ostile, e toccherà a noi gestire le emozioni”. Insomma, una sorta di calma monastica mista probabilmente ad una buona dose di coraggio.
Disneyland – “E’ stato scelto come al cinema, wow. Lo chiamano inferno, dicono sia il posto peggiore sulla terra…”. E’ raggiante, Brwa Nouri, dopo aver giocato una delle sue migliori partite con la maglia rossonera. In una partita che ha visto l’Östersunds rannicchiato in difesa sotto gli assalti turchi, ad un certo punto Saman Ghoddos ha preso palla e ha cominciato a correre imperterrito. Steso da Muslera, tutto lo stadio aveva compreso l’evidenza del calcio di rigore. Dal dischetto, davanti all’uruguagio ma soprattutto ad un muro giallorosso, si è presentato il capitano Nouri. Lui, che era stato preso di mira per le suo origini curde, ha calciato a sinistra quel pallone che voleva dire 0-1. Un curdo che segna ad Istanbul, certamente non tra le cose migliori che il Galatasaray possa veder accadere. “Non ci ho pensato molto, io sono un calciatore e cerco di concentrarmi sul calcio. Mi hanno detto “benvenuti all’inferno”, ma io non credo che sappiano che son già stato all’inferno. Ho avuto molti problemi personali da affrontare, questo per me è Disneyland“. E se le sue parole impongono una riflessione, il tono più disteso di Saman Ghoddos ha restituito quell’atmosfera gioiosa propria di Disneyland: “E’ una sensazione indescrivibile in questo momento, è incredibile. Il corpo è pieno di adrenalina ed è così difficile descrivere la sensazione di questo momento”.
Da casa – Se l’Östersunds si era aggiudicato il primo round in casa per 2-0 (Ghoddos e Hopcutt), al ritorno avrebbe certamente avuto meno supporto da parte del proprio tifo. E invece, proprio mentre la squadra giocava la sua partita alla Türk Telekom Arena, una folla svedese si era raccolta tra le mura amiche di Östersunds per tifare i loro beniamini: su un’iniziativa giustamente patrocinata anche dal comune, sono stati almeno 10mila i tifosi radunatisi nello stadio per sci di fondo di Östersund. Parcheggi gratuiti nelle vicinanze, un presentatore ad allietare la serata, e naturalmente un maxischermo adatto all’occasione. Gran parte dello Jämtland infatti non ha voluto perdersi un evento così storico per la squadra svedese, il tutto riassumibile in un tweet a mio modo di vedere emblematico. Sul profilo di Lars Lindberg, ecco la foto che vedete qui sotto accompagnata dalla dicitura “Med Storsjön i bakgrunden har upp mot 10 000 jämtar tagit sig till skidstadion fr att se Galatasaray-Östersund. Otroligt häftigt”. Mica male, come atmosfera. Anzi, incredibilmente fantastico.
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