Non poteva che esser il magico successo dell’Östersunds a prendersi la copertina del secondo turno di qualificazione di Europa League, la cui prima giornata è stata giocata ieri. E non potrebbe esser altrimenti, visto che la stampa di questa mattina cavalca l’onda di una partita giocata magnificamente dai ragazzi di Graham Potter. L’entusiasmo è alle stelle, in molti ne parlano come i migliori 90′ nella storia dell’intero Jämtland. Certo, si può sindacare sul fatto che si tratti di un commento a mente ancora troppo calda per esser imparziale o quantomeno prescindere da una felicità ai massimi storici. Questo perché la Jämtkraft Arena ha vissuto un sogno: i padroni di casa si sono trovati a gestire un sostanziale vantaggio, dovuto probabilmente ad una sottovalutazione del nemico di cui si sarebbe reso colpevole il Galatasaray. E dunque, il freddo e forte vento del nord ha reso ancor più inospitale una serata di luglio che i turchi avrebbero creduto meno ricca di insidie. Colti di sorpresa, annichiliti dalla prova dei rossoneri, ora se ne tornano a casa con due reti da rimontare e zero da prendere, tra una settimana.
Man of the match /1
“Non credo che fossero pronti per come giochiamo. All’inizio hanno tenuto un sacco il pallone creando molte occasioni”, afferma un Saman Ghoddos visibilmente estasiato, “Ken (Sema) per Fouad (Bachirou), e quindi si appoggia a me invece di concludere. Se avessi perso palla tutta la squadra mi avrebbe ucciso, così sono stato fortunato che l’ho messa dentro” ha poi concluso scherzando lo svedese di origine iraniana. E’ stato senza dubbio il migliore, lui che col suo 93 dietro la schiena ha fatto ammattire l’intera difesa di Tudor. Sterzate, cambi di passo, dribbling e accelerazioni pure se in solitaria. Ha recuperato diversi palloni, alzando il baricentro di una squadra che l’inglese Graham Potter aveva racchiuso in un 5-4-1 saldamente appoggiato sulle scorribande di Ghoddos (appunto) e Sema, oltre che sula fisicità di Gero. Certo, sulla corsia destra il Fotbollsklubb ha letteralmente seminato il panico e la prima rete è appunto stata confezionata dalla velocità e dalla triangolazione dei tre sopracitati. La seconda è invece un saggio di contropiede: dopo 93′ di corsa incessante e tanto, tantissimo aiuto in fase difensiva, Ghoddos ha avuto ancora la forza di salire e servire il neo entrato Jamie Hopcutt per il più facile dei contropiedi. Il Galatasaray era sbilanciato, e ha pertanto pagato l’eccessiva trazione offensiva con la rete (a questo punto pesantissima) del raddoppio. Hopcutt, che da subentrato spesso e volentieri riesce a far bene, anche questa volta ci ha messo del suo: dribbling, serpentina, poi cambio di passo accortosi che il suo diretto marcatore non avrebbe avuto la freschezza per reggergli il passo. Il resto è poesia, è uno slalom ubriacante che l’inglese ha condotto sotto gli occhi di una Jämtkraft quasi incredula ma così profondamente innamorata di quella giocata che ora rende più facile il passaggio del turno. E Ghoddos, oltre che in campo, non si è risparmiato neppure ai microfoni: “Lui è super, Jamie è veramente bravo, tutti lo sanno. Ero un po’ spaventato quando ha iniziato a dribblare e ho pensato “accidenti ora si spreca una possibilità”. Ma lo ha fatto davvero bene e ha dribblato due o tre volte prima che mettesse la palla sul palo lontano”.
Man of the match /2
Era un po’ deluso per non aver cominciato dall’inizio, Hopcutt, ma alla fine per sua stessa ammissione è stato il più felice al termine del match: “E’ stata una sensazione pazzesca, questo è ciò che si vuole provare da giocatore di calcio. I miei genitori erano venuti dall’Inghilterra quindi è stato bello farlo per loro” ha poi affermato il 25enne, parlando di quel sol come uno dei più importanti della carriera. Certo, al Türk Telekom Arena ci sarà ancora da battagliare, ma questo pare l’abbia già messo in conto: “Sarà due volte più difficile, davvero difficile. Sono bravi in casa, hanno un sacco di fan e sarà un ambiente ostile, ma siamo pronti per la sfida”.
Incubo turco
“Questo è stato di gran lunga il miglior sorteggio che siamo riusciti a ottenere. Sotto il profilo economico, ma anche sportivo. Dobbiamo battere squadre di questo calibro per prendere ulteriore fiducia, e non è un grosso problema, non c’è altro momento in cui devi battere le grandi squadre se non ora”. La profezia del presidente dell’OFK è stata lanciata prima della partita, quasi a significare un pubblico richiamo all’ordine, all’orgoglio, una richiesta di ben figurare dinanzi al pubblico della Jämtkraft Arena, pienissima e straripante. Erano circa 10 i gradi che si misuravano nella fredda aria della Svezia settentrionale, del gelido Jämtland, e pure il risultato a sorpresa ha contribuito a congelare i turchi : “Il Galatasaray era come congelato” ha scritto Fotomac, parlando di come la temperatura abbia influito sul punteggio: “La partita è stata giocata su erba sintetica e il terreno su Jämtkraft ha fatto sì che la squadra di casa abbia preso in mano il gioco”. Il giornale Sözcü si è limitato ad un commento ben più lapidario: “Un incubo in Svezia”. Così breve, ma altrettanto chiaro ed inequivocabile.
Orgoglio, tanto orgoglio Östersunds
Un sogno. La Svezia, che tanto ha da insegnarci sotto il profilo della solidarietà tra tifosi rivali pur di contribuire all’aumento del ranking dell’intera Allsvenskan, ci ha offerto l’ennesimo esempio. Perché l’icona dell’AIK Nebojsa Novakovic (che oggi allena le giovanili del club giallonero) si è lasciata andare su Twitter in un “Così dannatamente bene, Östersund”. Pure Albin Ekdal, che in Italia è ricordato al Cagliari e al Bologna mentre attualmente mette al servizio dell’Amburgo le proprie qualità, ha speso tweet di orgoglio. Inevitabile però che tutti abbiano cercato l’artefice del miracolo Östersunds, alias il tecnico Graham Potter : “Sono molto orgoglioso dei giocatori. Nel primo tempo la prestazione è stata fantastica, abbiamo giocato con coraggio. I giocatori vincono la partita mentale, i tifosi sono stati fantastici. Questo è uno sforzo del quale siamo molto contenti e orgogliosi”.
Il collega Igor Tudor invece ha giustificato la sconfitta col fatto che in questo periodo il suo Galatasaray è ancora a metà preparazione: “E’ una situazione folle perché ci siamo solo allenati per due settimane e mezzo con questi ragazzi. In difesa non siamo stati così male oggi, a livello offensivo non avevamo giocatori che possano fare la differenza”. Vero, in effetti l’Allsvenskan è cominciata da mesi e la truppa rossonera ha ampiamente avuto modo di oliare i meccanismi, ma del resto manca ancora un ritorno da onorare e nulla è ancora stato scritto. “Giocano in uno degli ambienti più inospitali del calcio, ma non vediamo l’ora di fare l’esperienza e la sfida. Abbiamo ancora un sacco di lavoro da fare” ha concluso, quasi memorabilmente, Graham Potter. Una bellissima serata non aveva più null’altro da dire.
Il tabellino:
Östersunds (5-4-1): Keita; Mukiibi (dal 76′ Bergqvist), Mensiro, Papagiannopoulos, Pettersson, Widgren; Ghoddos, Bachirou, Nouri, Sema (dall’88’ Somi); Gero (dall’81’ Hopcutt). All. Potter
Galatasaray (4-4-2): Muslera; Linnes, Maicon, Calik, Carole; Öztekin, Cigerci, Inan, Rodrigues; Gümüs (dall’87’ Bassan), Gomis (dal 68′ Derdiyok). All. Tudor
Reti: 68′ Ghoddos, 93′ Hopcutt. Ammoniti: Gero, Pettersson (Ö), Cigerci, Öztekin (G). Arbitro: Martínez Munuera (Spagna).