Il calcio sudamericano è ricco di sfaccettature e di corsi e ricorsi storici interessanti, spesso che riportano anche all’Italia. Gli emigranti italiano hanno fondato club in giro per l’intero emisfero sud del continente americano: dall’Audax Italiano in Cile fino al più famoso e titolato Palmeiras, ma in Brasile c’è anche un’altra storia e un altro club che in pochi conoscono e che mischia le sue radici agli italiani: parliamo dell’Osasco Futebol Clube, conosciuto semplicemente come Osasco.
La società si trova nell’omonima cittadina paulista di Osasco, città di poco più di 600 mila abitanti che confina con San Paolo. Ma qual è il collegamento con l’Italia? Osasco venne fondata alla fine del XIX secolo da un gruppo di emigrati italiani capitanati dall’imprenditore latifondista Antonino Agù. E proprio Agù diede alla città lo stesso nome del paesino da cui veniva: Osasco, comune di 1000 anime in provincia di Torino, gemellato con il “gemello” brasiliano.
Radici italiane che ancora oggi sono attuali: sia il club che la città, infatti, nei loro rispettivi stemmi hanno come colori quelli della bandiera italiana, il verde, il bianco ed il rosso. L’Osasco FC è uno dei club più antichi della città: nacque nel 1972 con il nome di Monte Negro Futebol Clube, prima di passare all’attuale denominazione che le consente di giocare nel calcio semi-professionistico. I risultati, però, non sono arrivati con i “grandi” ma con le giovanili: l’Osasco, infatti, lavora molto coi giovani e nel 2012 vinse il Paulista Sub 20 di seconda divisione, primo e unico titolo del club.
E proprio in questi giorni l’Osasco ed i suoi giovani sono alla ribalta visto che la selezione sub 20 sta partecipando al Torneo di Viareggio, anche con discreti risultati. L’Aguila de Osasco (tradotto letteralmente le aquile di Osasco, come riportato nello stemma e così conosciute in patria) è seconda nel girone gruppo 2, dietro soltanto alla corazzata Atalanta. Proprio contro gli orobici l’Osasco ha tenuto testa perdendo solo 2-1, prima di vincendo largamente per 5-1 contro l’Ancona.
Una vera e propria festa per i giovani dell’Osasco, arrivati in Italia tra qualche bongo suonato e canti in festa (clicca QUI per il viaggio della squadra verso l’Italia). I canti, però, non hanno distratto la squadra che ha preparato nel migliore dei modi la trasferta italiana. Il gruppo è allenato dal tecnico Lucas Macorin, il quale ha a disposizione tutti giocatori classe 1999 ed un solo 2000, il centrocampista Kevin Kelsey titolare sia contro l’Atalanta che contro l’Ancona. Protagonisti assoluti, però, sono stati i goleador Saldanha e Denilson: entrambi due gol messi a segno, entrambi mezzale nel 4-3-3 disegnato dal tecnico.
La qualificazione agli ottavi di finale sembra ormai dietro l’angolo, servirà adesso un risultato positivo nell’ultimo turno contro gli africani dell’Abuja. Tutt’altro che impossibile per l’Osasco, una favole con radici italiane che non vuole smettere di sognare ad occhi aperti.
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