Memphis Depay è ad un passo dal diventare un giocatore dell’Olympique Lyonnais dopo la sua disastrosa avventura al Manchester United. L’olandese non ha avuto fortuna in Premier League dove ha totalizzato poche presenze e ancor meno gol. Con il passare del tempo il suo talento si è offuscato e sotto la guida Mourinho spesso si sono perse le sue tracce. Ripercorriamo la sua carriera partendo dal Psv, la squadra che lo lanciò nel calcio europeo, passando per i Red Devils e arrivando a Lione.
Depay: giovane talento che lasciò l’Eredivisie da capocannoniere (di Andrea Mariani) – Memphis Depay nacque in Olanda nel 1994 da padre ghanese e madre olandese. Sulla maglia non ha mai voluto il suo cognome poiché, dopo la separazione dei suoi genitori, perse qualunque contatto con il padre. Iniziò a muovere i primi passi in una squadra della propria città natale per poi passare nelle fila dello Sparta Rotterdam. Il Psv, visionando il ragazzo, ne colse le potenzialità e decise di acquistarlo per farlo crescere nelle proprie giovanili.
Il debutto in Eredivisie arrivò nel 2012 anche se, qualche mese prima, esordì in Coppa d’Olanda. L’attaccante mise subito in mostra le sue doti: un dribbling secco e preciso in grado di saltare ogni avversario e una velocità che, nella maggior parte delle occasioni, lo vedeva involarsi verso il portiere avversario. Destro e sinistro sono molto simili e il suo vero cavallo di battaglia è il tiro da fuori. Cocu si innamorò a prima vista del giovane e decise di regalargli una maglia da titolare inamovibile. Con il Psv, Depay, scese in campo in 90 occasioni tra il 2011 e il 2015 mettendo a segno 39 reti nel campionato olandese.
L’anno della consacrazione fu il 2014-2015 con la vittoria dell’Eredivisie, disputando 30 gare e siglando 22 reti, capocannoniere della competizione. Nel suo palmares spicca anche una Supercoppa d’Olanda. Nell’anno 2013-2014 gonfiò la rete 14 volte e questo gli valse la convocazione per i Mondiali in Brasile che chiuderà con un 3° posto. Con il titolo di capocannoniere, la sua valutazione crebbe a dismisura e la stella del club di Eindhoven iniziò ad avere proposte allettanti. Proprio nell’estate del 2015, il Manchester United riuscì a strapparlo alla concorrenza, ma la sua permanenza in Premier non fu delle più esaltanti.
Chi ben comincia … non ditelo a Depay (di Gianmarco Galli Angeli) – L’avventura in terra inglese iniziò nel migliore dei modi per l’esterno offensivo olandese: gol pesanti al Club Brugge che decisero il preliminare di Champions League nella stagione 2015-2016. Incredibile ma vero fu il momento più alto della sua avventura in Gran Bretagna: una serie di prestazioni negative e sfortunate lo relegarono in panchina e, progressivamente, Van Gaal perse fiducia nel suo connazionale. Iniziarono a girare rumors non particolarmente piacevoli: ‘è ingrassato, non si impegna’. I tifosi dello United gli hanno offerto una seconda occasione ma anche sotto la guida Mourinho i risultati non sono quelli sperati: Martial si è preso la corsia di sinistra e non vuole lasciargliela per niente al mondo. Il giocatore si allontana dal club e la cessione è inevitabile: l’Olympique Lyonnais se lo sta portando a casa per una cifra vicina ai 20 milioni di euro. Con i Red Devils ha disputato 56 gare andando 7 volte a bersaglio: l’ultima presenza è contro il Burnley ad ottobre, gioca solo otto minuti senza lasciare il segno. Cambiare aria diventa necessario.
Depay all’interno dell’Olympique Lyonnais (di Gianmarco Galli Angeli) – L’arrivo dell’esterno olandese in quel di Lione potrebbe aiutare una fase offensiva già di per se molto solida. Genesio può contare su una delle superstar della Ligue 1 come Lacazette che è supportato dalla classe di Fekir e Valbuena: attualmente quest’ultimo gioca sulla corsia di sinistra ma potrebbe fare fuoco e fiamme anche a destra e permettere a Depay di dare il meglio nel suo ruolo naturale. Il modulo potrebbe trovare ulteriore solidità con l’innesto dell’ex PSV: nei due anni trascorsi in quel di Manchester, in quei pochi spezzoni di gara disputati, ha dimostrato di avere un ottimo spirito di sacrificio e poter tornare ad aiutare in difesa, il tasto più dolente dell’OL. Il matrimonio tra le due parti sembra già scritto resta da capire come si inserirà l’olandese in terra transalpina.
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