Senza tutto sommato rischiare troppo, controllando in modo abbastanza agevole il match e con un piccolo aiuto dalla buona sorte, l’Olympiakos ha ieri blindato il Karaiskakis alle cannonate blaugrana obbligando il Barcellona a tornarsene in Spagna con un misero punticino. Era la prova che volevano i tifosi greci, dopo un periodo di indubbia crisi al Pireo: lo 0-0 è un grandissimo risultato per i biancorossi, meno per gli ospiti. Peccato solo che il pari all’Alvalade tra Sporting e Juventus abbia complicato le cose…
Formazioni – L’Olympiakos si è presentato in campo conscio delle ultimissime residue speranze di centrare il terzo posto valevole per l’Europa League, con zero punti e una performances straordinaria da compiere per non subire l’imbarcata dai catalani. Zero punti in tre giornate, radicalmente opposti ai 9 di un Barça a punteggio pieno e con gli ottavi nel mirino. Peraltro pure in campionato il θρύλος non stava messo benissimo, con un derby perso e un quarto posto deludente: per cambiare la rotta l’ammiraglio Lemonis ha compattato il centrocampo, in un 4-1-4-1 più folto del solito. Per bloccare Messi ecco la catena Elabdellaoui-Figueiras, mentre dal lato opposto si spingeva di più con le folate di Carcela: in mezzo Romao-collante e Fortounis falso nueve, con Djurdjevic in panchina. Valverde (acclamatissimo ex, al Pireo ha lasciato tre campionati e due coppe di Grecia) rispondeva col 4-4-2 mutevole in 4-3-3: a far da ago la posizione di Denis Suárez. Nothing to say in attacco, dove accanto a Leo Messi trovava posto il solito Luis Suárez.
Primo tempo – A inaugurare la serata ateniese ha pensato Nélson Semedo, mentre la compattezza difensiva organizzata da Silvio Proto mostrava già una solidità invidiabile. La densità in mezzo al campo aiutava non poco la manovra greca, racchiusa nel 4-5-1 altamente coperto e deciso a frenare il genio di Leo Messi. Se però il θρύλος non concedeva nulla, la scelta di Kostas Fortounis unica punta privava il trequartista di riferimenti lasciandolo da solo contro la fisicità dei catalani (Busquets in primis, autore di una gran chiusura sul numero 7). Salito in cattedra Messi al 21′, con ottima risposta di Proto, il Karaiskakis ha alzato il suo tifo ed El Pistolero Suárez ha concluso sul fondo una grande chance. Ciononostante, 20 minuti sul cronometro di Taylor e ancora massimo equilibrio. Al 28′ ancora la Pulga alla conclusione dopo un dribbling nello stretto, ancora Proto a testare i suoi riflessi sulla botta dell’argentino sul palo lontano. Risposta greca immediata (31′), con sponda di Romao e gran tiro di prima scagliato da Fortounis: palla fuori. Si andava a fiammate: Messi su punizione (35′), Fortounis stoppato in extremis da Mascherano (36′), ancora il falso nueve di Lemonis a bucare per vie centrali la squadra blaugrana salvo poi calciare addosso a ter Stegen. Infine, sullo scoccare della fine primo tempo, Valverde è stato costretto al cambio per un infortunio occorso a Sergi Roberto: dentro Deulofeu, spazio ad un 4-3-3 più puro.
Secondo tempo – Meno intensità e più raziocinio per la ripresa: Olympiakos col freno a mano, Barça a tratti timoroso. Il gioco è divenuto frammentato, vivendo di sole fiammate estemporanee come quella tentata da Kostas Fortounis (62′) da calcio piazzato. Ottima la risposta di ter Stegen, pochi minuti prima che Ivan Rakitic facesse il suo ingresso in campo rilevando un impalpabile Paulinho. Da segnalare come la chance più ghiotta per i catalani sia arrivata su regalo dell’Olympiakos: palla persa, recuperata da Messi e appoggio per Luis Suárez che anziché calciare ha restituito palla al Diez. In tutto questo, siluro a lato dell’argentino e sospiro di sollievo per Lemonis. Sarà l’inizio di una fase nella quale il pallino del gioco sarà tutto nei piedi di Busquets e compagni: al Pireo se la son vista brutta. Diagonale di Messi (72′), Luis Suárez chiuso all’ultimo da un tackle di Botía (73′), pallonetto ancora dell’uruguaiano a colpire la parte interna della traversa (80′, gran esecuzione) e per finire sempre il numero 9 con annesso pericolo scampato da Proto. Un tiro al bersaglio, interrotto solo dalla girandola di cambi: nell’Olympiakos dentro Gillet e Pardo, spazio ad André Gomes tra i catalani. All’84’ poi Lemonis si è giocato la carta Djurdjevic, ultimo cambio di un finale concitato: Messi su punizione vicino al gol (89′), Proto ci ha messo i pugni come peraltro al 92′. Ostica resistenza per un finale da batticuore, ma passata la paura il triplice fischio ha consegnato alla storia un pareggio che al Pireo viene festeggiato come una vittoria.
Il tabellino:
Olympiakos (4-1-4-1): Proto; Elabdellaoui, Botía, Engels, Koutris; Romao; Figueiras, Tachtsidis, Odjidja-Ofoe (dal 75′ Gillet), Carcela (dal 79′ Pardo); Fortounis (dall’84’ Djurdjevic). All: Lemonis. A disp: Kapino, Vukovic, Androutsos, Marin.
Barcellona (4-3-3): ter Stegen; Semedo, Mascherano, Umtiti, Alba; Sergi Roberto (dal 45’+1 Deulofeu), Busquets, Paulinho (dal 62′ Rakitic); Messi, Suárez, Denis Suárez (dal 75′ André Gomes). All: Valverde. A disp: Cillessen, Vermaelen, Digne, Alcácer.
Ammoniti: Tachtsidis, Engels, Figueiras (O), Sergi Roberto, André Gomes (B). Arbitro: Taylor (Inghilterra)
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