La cittadina di Oldham è stata dalla sua creazione una delle perle nascoste dell’Inghilterra: sviluppatasi durante la rivoluzione industriale, il piccolo centro non ha mai sofferto troppo l’ombra della vicina metropoli Manchester, riuscendo ad affermarsi come la città con le fabbriche più produttive del mondo.
Se lo sviluppo economico e quello tecnologico sembrano andare a braccetto (la città di Oldham è anche nota per aver dato i natali alla prima bambina venuta al mondo grazie alla fecondazione assistita), altrettanto non si può dire del ramo sportivo, rimasto indietro rispetto a tutti gli altri settori. In una contea dove a dominare sono ormai da anni City ed United, la piccola squadra di Oldham è alla disperata ricerca di un riscatto dopo un periodo di crisi profonda.
Militante della Football League One, terza categoria del calcio inglese, il club è a tutti gli effetti senza allenatore dal 25 settembre, giorno in cui il tecnico John Sheridan ha deciso di gettar i remi in barca per salutare definitivamente il progetto. Cosa fare dunque per rilanciare l’immagine di una squadra in crisi alla ricerca di un allenatore? Far sedere in panchina un tifoso con un trascorso nella massima serie. Sia chiaro, non un supporter a caso con un passato da calciatore mediocre, ma il più ammirato e vincente di tutti, il mitico Paul Scholes: l’ex Silent Hero del Manchester United si è da sempre proclamato tifoso dei Latics, che adesso proveranno a giocarsi il tutto per tutto per potare sulla panchina un vero e proprio idolo, alle prime armi come allenatore e quindi senza troppe pretese.
Già il mese scorso, subito dopo l’addio di Sheridan, l’Oldham aveva provato a catturare l’attenzione di Clarence Seedorf, poco attratto però da un progetto decisamente modesto che non può di certo offrire palcoscenici importanti. Con Scholes però la storia sembra essere diversa: sarà l’amore per la sua contea nativa (dove vive tutt’ora), l’affetto per la squadra del cuore o la tentazione di rimettersi in gioco, ma l’ex centrocampista sembra ormai ad un passo dal piccolo club che, con qualche investimento in più, potrebbe sperare addirittura nel salto di qualità con un condottiero del genere sulla sua panchina.