I campioni in carica non hanno fallito l’esordio: quattro a zero al Giappone e un messaggio ben preciso spedito alla concorrenti. Il Cile vuole essere protagonista anche in questa Copa America dopo aver vinto le ultime due edizioni (entrambe ai calci di rigore contro l’Argentina). La Roja parte sicuramente sfavorita rispetto a Brasile, Uruguay e Colombia; ha meno qualità dell’Albiceleste ma, dopo i primi novanta minuti, Rueda ha dimostrato di avere un nazionale più equilibrata. Certo, bisogna dare il giusto valore alla vittoria contro il Giappone anche se partire in questo modo può solo far bene per il proseguo della competizione. L’obiettivo del Cile è ottenere qualcosa di storico: trionfare per il terzo anno di fila. Impresa riuscita solo all’Argentina tra il 1945 ed il 1947.
Sampaoli e Pizzi sono nella storia del Cile, Rueda vuole entrarci. I primi due hanno trionfato in Copa America con un calcio propositivo fatto di gioco palla a terra e verticalizzazioni immediate. Nel 2015 ci pensava Valdivia a spezzare il pressing avversario dando inizio alla manovra offensiva; nel 2016, invece, erano i tre davanti a risolvere i problemi. Quest’anno la Roja sembra essersi evoluta unendo le consuete verticalizzazioni ad un gioco corale. Il successo sul Giappone ci ha lasciato spunti molto interessanti a partire dal fatto che il Cile ha trovato un giocatore in grado di dettare i ritmi: stiamo parlando di Pulgar. Il centrocampista del Bologna ha disputato una grande partita mettendosi costantemente a disposizione dei compagni; non ha paura di fare la giocata importante e forma, con Vidal ed Aranguiz, un reparto completo sotto tutti i punti di vista. Bene, anche se serviranno test più impegnativi, la coppia centrale Medel-Maripan. Fisicità e quella giusta dose di cattiveria a disposizione dei compagni. In avanti, esattamente come quattro anni fa, Sanchez e Vargas; dalle loro giocate dipende l’eventuale vittoria dell Roja (basti pensare che nella classifica dei marcatori cileni della storia i due occupano primo e secondo posto). L’ex Napoli ha sempre offerto prestazioni di livello in nazionale mentre l’attaccante dei Red Devils vuole riscattare una stagione complicata. Infine vietato sottovalutare l’importanza di Fuenzalida; il giocatore dell’Universidad Católica nasce come attaccante esterno ma può ricoprire anche il ruolo di terzino e questo permette a Rueda di passare dal 4-3-3 al 4-4-2 a seconda degli avversari.
Un Cile diverso rispetto a quello di quattro e tre anni fa; una nazionale che però vuole arrivare fino in fondo per riscattare la mancata qualificazione ai Mondiali e scrivere un pezzo di storia della Copa America,
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