“90 minuter från Europa-titeln”. A 90 minuti dal titolo europeo. Questo il triste lasso di tempo che interdisse il Malmö Fotbollförening da quello che sarebbe stato il primo successo di una svedese in Champions League. Fu un’impresa mancata per pochissimo, contro gli inglesi del Nottingham Forest ma soprattutto contro le alchimie del leggendario Brian Clough e l’asse portante di un gruppo tecnicamente squisito: il portiere Peter Shilton, la potenza di Viv Anderson, la corsa dello scozzese John Robertson e i gol di Trevor Francis. Non bastò il classico gioco impiantato negli Himmelsblått per alzare la Coppa, gioco criticato in patria perché ritenuto “primitivt och tråkigt”, primitivo e noioso.
”Ut på Olympiastadion går elva män, alla från Skåne…”. Degli undici uomini che si presentarono il 30 maggio 1979 sul prato dell’Olympiastadion, ma non quello di Berlino, quello semmai di München, ben undici erano originari della Scania. Un record di concentrazione locale, che poteva peraltro contare su una discreta tecnica: il 4-4-2 voluto dall’inglese Bob Houghton garantiva di sfruttare tutta la qualità di esterni rapidi, difensori arcigni e un reparto offensivo che per tre volte era riuscito a prender per mano il Malmö portandolo ad altrettante vittorie in Allsvenskan. Tra gli undici scesi in campo, ci si ricorda dell’estremo difensore Jan Möller e dei tre Andersson: i difensori Roland e Magnus, terzino destro e centrale, e l’attaccante Tommy subentrato a gara in corso per tentare di agguantare il pareggio. Era la squadra retta da Ingemar Erlandsson, bandiera del club biancazzurro cui avrebbe dedicato l’intera carriera, e da Anders Ljungberg, il cui soprannome “Puskás” la dice lunga sul suo effettivo valore. In attacco Houghton aveva riposto la sua fiducia in Tore Cervin e Tommy Hansson, entrambi originari di Möllevången, sobborgo centrale di Malmö.
Fa specie pensare che quella finale fu persa pure per via di un grave infortunio, quello che graziò gli inglesi facendo sì che Bo Larsson, uno tra i migliori calciatori svedesi della storia, secondo alcuni molto migliore ad esempio di Zlatan Ibrahimović. Nella gara di ritorno contro i polacchi del Wisla Kraków, “Bosse” sentì dolore a un ginocchio e si accasciò a terra saltando forzatamente la partita delle partite. Senza la sua stella, ma pure senza Tapper che si ruppe un dito alla vigilia, il Malmö seppe reggere in difesa per un tempo, ma fu punito sullo scoccare del 45′ di gioco da un’invenzione di Trevor Francis. Francis giocò formalmente da esterno di destra in un 4-4-2 a specchio rispetto a quello degli scandinavi, ma fu decisiva l’intuizione di Clough circa un suo progressivo accentrarsi fino a occupare stabilmente un posto sulla trequarti. Insinuatosi dunque tra le maglie svedesi, perso da Tapper e Ljungberg, fu saltato Erlandsson e la frittata fu completa quando Jan Möller si rese conto di quanto vano fosse il suo intervento.
Grazie a questa marcatura, vi fu il terzo successo consecutivo di un’inglese in Coppa dei Campioni dopo il Liverpool nel 1977 a Roma e nel 1978 a Londra. Dopo Nottingham 1979 la striscia anglosassone sarebbe proseguita: ancora Clough avrebbe alzato l’ambito trofeo al Bernabeu, nel 1980 contro l’Amburgo, poi avrebbe lasciato spazio alle vittorie di Liverpool e Aston Villa per l’affermazione del dominio inglese. Mai nella storia un paese sarebbe riuscito a far meglio di sei affermazioni consecutive. Splendette, quella sera, la stella di Trevor Francis, primo calciatore di sempre a varcare la soglia del milione di sterline per il suo trasferimento: arrivò dal Birmingham City l’anno prima.
Tuttavia, col passare degli anni, fu rivelato un particolare. Sugli spalti dello stadio, quella sera, c’erano due calciatori tra gli altri: uno era Roy Andersson, indisponibile per problemi fisici, l’altro si chiamava Krister Kristensson e s’era ritirato un anno prima, motivo per cui non poté dunque esser impiegato (“Avevo 37 anni, avevo deciso di non giocare più dopo il 1978″). Bob Houghton, il giorno dopo, andò a cercarlo nella hall del suo albergo, lo trovò e lo salutò. Alla stampa avrebbe commentato: “Se Krister avesse giocato, Francis non avrebbe segnato quel gol e gli inglesi non si sarebbero nemmeno presentati nell’area di rigore del Malmö”.
Ecco il tabellino:
Nottingham Forest (4-4-2): Shilton; Anderson, Lloyd, Burns, Clark; Francis, McGovern, Bowyer, Robertson; Birtles, Woodcock. All: Clough.
Malmö FF (4-4-2): Möller; R. Andersson, Jönsson, M. Andersson, Erlandsson; Prytz, Tapper (dal 34′ Malmberg) Ljungberg, Kinnvall; Cervin, Hansson (dall’82’ T. Andersson). All: Houghton.
Rete: 45’+1 Francis. Arbitro: Erich Linemayr (Austria).
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