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Nottingham Forest, in FA Cup alla caccia di soddisfazioni

In red la maglia, in red anche il conto delle prestazioni. Dopo essere stato parte della storia del calcio inglese, il Nottingham Forest ha fatto perdere le proprie tracce nelle categorie inferiori. Si è avvicinato alla promozione in Premier League soltanto nel 2010, quando ha chiuso la stagione in Championship al terzo posto prima di soccombere al playoff di fronte al Blackpool, poi promosso. Una valvola di sfogo dei reds poteva essere rappresentata dalla FA Cup, trofeo di fascino e prestigio, ma il massimo obiettivo raggiunto sono stati gli ottavi di finale nel 2005 e nel 2014. Per il resto, tante eliminazioni tra terzo e quarto turno, se non addirittura al secondo nei peggiori casi, contro armate non irresistibili quali Rochdale, Oldham, Luton Town e Chester.

La FA Cup è anche un trofeo maledetto per il Forest a livello storico: ne ha due in bacheca, l’ultima del 1959, ma è l’unico tra i principali trofei che Brian Clough non è riuscito a conquistare nei diciotto anni passati sulla panchina del City Ground. Ci è andato vicino nel 1991, quando i giorni del leggendario allenatore inglese nel mondo del calcio erano agli sgoccioli: in finale ebbe la meglio il Tottenham ai supplementari con un autogol di Des Walker, decisivo per l’1-2 finale.

Quei fasti sono soltanto un lontano ricordo nella città di Robin Hood, che negli ultimi vent’anni ha soprattutto arrancato nella parte destra della classifica di Championship dopo un paio di passaggi in Premier League senza troppo successo. Soltanto le coppe nazionali hanno regalato alcune notti più o meno di prestigio. Negli ultimi due anni in Carabao Cup il Nottingham Forest ha incrociato Chelsea e Arsenal (sono arrivate due sconfitte, rispettivamente per 1-5 e per 0-4) e il Tottenham nel 2014, anche in quel caso con netta imposizione della top six.

L’ultima vittoria dei Reds contro una nobile d’Inghilterra risale al gennaio 2009, quando all’Etihad Stadium maturò un sorprendente 0-3 nel terzo turno di FA Cup. Era per la verità il primo Manchester City di Mark Hughes, appena acquistato dallo sceicco Mansour Bin Zayed e non ancora infarcito di talenti e nomi d’élite, ma quello rimane uno dei pochi successi memorabili di cui i supporters hanno potuto godere negli anni recenti, trascorsi tra meteore e piani di ricostruzione discutibili.

Quest’anno l’avversaria del Nottingham Forest sarà l’Arsenal, ospite al City Ground il 7 gennaio. Tra le top six Gunners sono probabilmente la più fragile e la più corta al momento, sia per una questione fisica che psicologica: vengono da due pareggi contro West Bromwich e Chelsea, con all’orizzonte una semifinale di Carabao Cup da disputare proprio contro i Blues.

Reds proveranno ad approfittarne e tornare almeno per una notte alle glorie del passato, sebbene al momento non abbiano ancora un allenatore: il 31 dicembre 2017 è stato infatti esonerato Mark Warburton e il suo posto l’ha preso Gary Brazil, interim coach fino a nuovo ordine. Chi sarà appuntato manager diventerà il quindicesimo degli ultimi 10 anni, testimonianza chiara della confusione che regna intorno al Forest, al quale resta la FA Cup come appiglio per togliersi qualche soddisfazione. Anche se l’anno buono, come vale per gli avversari londinesi, stenta a palesarsi da ormai troppe stagioni.

Giorgio Dusi

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