Un normale martedì di inizio marzo può diventare una giornata speciale se alla routine quotidiana si aggiunge una notte di puro fascino calcistico condito da tifo, passione e talento: è il giorno dell’inizio della fase a gironi della Copa Libertadores, la più amata, la più desiderata, la vera ossessione di chi cerca nel Sudamerica la cura alla propria follia amorosa per il calcio.
La Copa è già partita, lo ha fatto con una batteria sfiancante di turni preliminari che ha già fatto selezione di importanti candidate. Oggi comincia la Copa Libertadores vera, quella del tutti contro tutti, quella dei gironi di ferro e di quelli delle sorprese, il primo vero grande passo verso il traguardo più ambito.
Si comincia con un programma soft dal punto di vista tecnico ma totalmente seducente visto che il blocco delle quattro partite inaugurali è intriso di storie, opportunità ed eventi.
Il viaggio di questa Copa Libertadores parte da una terra difficile, quella del nord del Cile, regione storicamente al centro di varie contese belliche tra il Perù (che voleva estendere il proprio dominio geografico), la Bolivia (che reclama da sempre uno sbocco sul mare) e il Cile (in inferiorità numerica ma sempre vittorioso nelle varie guerre tra ‘800 e ‘900). Nel Tarapacá sorge la città di Iquique, località marittima appartenuta al Perù fino al 1884 che ha come squadra rappresentativa il Deportes, qualificatosi a sorpresa grazie all’ottimo secondo posto nell’Apertura 2016.
Al Tierra de Campeones i Dragones (così il soprannome del Deportes Iquique) affronteranno il Guaraní, squadra più antica del Paraguay che rappresenta nel nome la principale etnia indigena della regione del Chaco in cui il Paraguay tende a raffigurarsi con grande frequenza tanto da mantenere come lingua nazionale la stessa indigena e da battezzare la moneta ufficiale proprio con il nome di Guaranì.
Sul piano culturale è dunque una sfida che ci mette davanti due realtà complesse: da una parte la storia delle guerre contemporanee del Cile, dall’altra radici e tradizioni del Paraguay.
Dal punto di vista tecnico invece entrambe le squadre hanno ambizioni piuttosto modeste in questa Copa Libertadores ma un girone non troppo proibitivo in cui l’unica avversaria veramente forte è il Gremio può stimolare alla ricerca di un secondo posto che sarebbe già un gran traguardo.
In Bolivia ci sono grandi novità per l’edizione 2017 della Copa Libertadores. Lo Sport Boys è una squadra di cui parleremo in futuro, mentre l’argomento principale della giornata odierna in tema boliviano è il Jorge Wilstermann. Lo scorso Clausura a sorpresa ha incoronato campioni di Bolivia gli Aviadores che rappresentano la città di Cochabamba. A 2500 metri di altura sorge questa fertile città prevalentemente agricola fondata addirittura dagli spagnoli nella metà del secolo XVI. C’è grande attesa per il debutto del Jorge Wilstermann che però dovrà fronteggiare un avversario particolarmente scomodo.
Al Félix Capriles scenderà in campo il Peñarol, un monumento del calcio sudamericano che attraversa una fase di ridimensionamento. Ovviamente al tradizione e la maggiore qualità tecnica degli uruguagi tende a sbilanciare dalla loro parte i favori del pronostico ma per le squadre di mare come quelle di Montevideo l’escursione montuosa in Bolivia non è mai da sottovalutare.
La gara delle 23.30 ci mette dunque davanti un’interessante duello di altitudine tra una novità quasi assoluta di questa coppa e una veterana assoluta che ha scritto la storia del calcio sudamericano.
La sorte non è stata buona con Atletico Paranaense e U Católica. Il sorteggio ha accoppiato Furaçao e Cruzados con San Lorenzo e Flamengo ridimensionando le ambizioni di entrambi i club che difficilmente potranno sperare in qualcosa di meglio del secondo posto. L’alto tasso tecnico di questo girone rende assolutamente bellissima la prima delle due partite che si giocheranno in piena notte: all’una si giocherà a Coritiba con i padroni di casa rinforzati da un mercato che ha portato pezzi da novanta come Lucho Gonzalez e Felipe Gedoz pronti a ospitare una U Católica reduce da un avvio zoppicante in campionato e orfana del giocatore più rappresentativo degli ultimi due campionati vinti, Nico Castillo che adesso sta facendo carrellate di gol con i Pumas in Messico.
Scontro di forte livello tecnico e meno romanzato rispetto ai precedenti ma assolutamente imperdibile per tenere d’occhio un Gruppo 4 pronto ad un’esplosione di grande calcio.
La storia più toccante di questo primo giorno di Copa Libertadores è sicuramente l’esordio nel massimo torneo sudamericano per club della Chapecoense. Sono ancora tante le cicatrici del tragico incidente dello scorso novembre ed è impossibile non seguire da vicino la cavalcata (che difficilmente sarà trionfale) degli attuali campioni della Copa Sudamericana. Dovrebbe essere un giorno di festa in cui celebrare un grande esordio ma probabilmente sarà solo una dedica a chi questa gara non la può giocare: il clima di tristezza e difficoltà non è stato ancora attutito dai buoni (ma non esaltanti) risultati nel campionato catarinense e forse solo un grande palcoscenico può onorare i più famosi calciatori della storia di questo club.
C’è un altro lungo viaggio da fare, non troppo lontano dal luogo della tragedia. Questa volta si va in Venezuela, a Maracaibo, a centinaia di chilometri di distanza dal Brasile. Ad ospitare la Chape sarà il Zulia, squadra qualificata a sorpresa con il secondo posto nell’ultimo campionato venezuelano e sulla carta grande cenerentola di questa edizione. Sul piano tecnico forse è la partita che ha meno da offrire ma il contorno mistico della gara rende affascinante anche questa nuova e unica pagina di una Copa Libertadores che finalmente sta per ricominciare.
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