La Germania ha ricominciato a costruirsi dopo il fallimento mondiale e, dopo la retrocessione in Nations League dell’autunno scorso, è tornata alla vittoria nelle qualificazioni a Euro2020 sul campo dell’Olanda. Il 2-3 finale lo ha fissato uno delle novità portate in questa stagione da Joachim Löw, forse il meno atteso di tutti: il classe 1993 Nico Schulz.
L’esterno sinistro dell’Hoffenheim è un titolare della Mannschaft, dopo la bocciatura del duo Hector-Plattenhardt visto anche al Mondiale con risultati scarsi. Il Bundestrainer già da settembre ha aperto le porte della titolarità a Nico Schulz, che ha iniziato nel migliore dei modi. Ha esordito alla Rhein-Neckar-Arena di Sinsheim, lo stadio del suo club, e ha segnato il gol del decisivo 2-1 contro il Perù in amichevole. Poi, dopo tante partite da titolare, è arrivato anche il primo goal ufficiale ad Amsterdam, a pochi minuti dal termine. Un momento da sogno per un giocatore forse poco noto, ma che ha un fortissimo legame con l’Italia.
Nell’estate del 2015 Schulz ha lasciato l’Hertha Berlino, squadra in cui è cresciuto e diventato un professionista, per approdare al Borussia Mönchengladbach. I Fohlen per aggiudicarselo (per 4 milioni di euro) hanno battuto la concorrenza di Genoa e Napoli, attratte dalla velocità e dalla tecnica del terzino sinistro.
Con Napoli Schulz ha un rapporto speciale. Nico porta il cognome con cui è noto per una scelta personale, ma se i suoi genitori fossero stati sposati si sarebbe chiamato Nico D’Abundo. Suo padre è infatti originario dell’isola di Ischia, ma si è trasferito in Germania, a Berlino, dove Nico è nato e cresciuto. Poi ha scelto il cognome della madre, Schulz, quello che ha portato sul retro della maglia della Germania, quello scritto anche nel tabellino dell’amichevole contro il Perù.
In Italia ci è tornato solo da turista, ovviamente a Ischia. Mai da calciatore, né per firmare un nuovo contratto, né per una trasferta: quando il Gladbach ha giocato in trasferta con Fiorentina e Juventus nelle coppe, non è mai stato convocato. Non ha comunque perso le abitudini italiane trasmesse dal padre: “Fatico a trovare in Germania un ristorante che faccia pasta e pizza molto buone, ho standard alti…”.
Al Borussia-Park Nico Schulz ha trascorso due stagioni, la prima compromessa dalla rottura del crociato, mentre nella seconda è stato una riserva: meno di 600 minuti e 16 presenze totali in tutte le competizioni. Ha cercato fortuna a Sinsheim, dove Nagelsmann gli ha dato fiducia soprattutto a fine stagione. Ha iniziato da comprimario, ha chiuso da insostituibile nella cavalcata verso la Champions League, proponendosi come uno dei migliori esterni sinistri a tutta fascia della Bundesliga. Quello che sta confermando di essere in questa stagione.
Mancino naturale, Schulz ha iniziato da ala per poi abbassarsi da terzino. Nell’Hoffenheim gioca da esterno sinistro di centrocampo, con la difesa a tre alle sue spalle. Ha grande corsa, buon senso tattico, un ottimo piede sinistro e sa fare entrambe le fasi. Non è un terzino che attira tanti occhi, piuttosto un giocatore costante e attento. Un giocatore affidabile, evidentemente anche secondo Joachim Löw. L’arrivo in nazionale è il suo terzo grande traguardo della carriera, dopo la Champions League disputata con il Gladbach e il terzo posto con l’Hoffenheim dell’anno scorso.
A 25 anni il berlinese di cui ora parla tutta la Germania ha ancora tantissimo da dimostrare, con il club e, nei suoi auspici, con la Mannschaft, soprattutto dopo un ottimo inizio che può valere sempre di più una maglia da titolare all’Europeo. L’Italia, per il mancato Nico D’Abundo, rimane sullo sfondo.
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