Alla fine è arrivato il tragico verdetto. Il Newcastle, con una giornata di anticipo, è matematicamente retrocesso dalla Premier League, ed il St. James’ Park sarà obbligato ad assistere a gare di Championship nella prossima stagione. I Magpies sono stati protagonisti di un anno a dir poco pessimo, caratterizzato dall’idea dell’attesa di un tanto cercato sprint, che come possiamo vedere palesemente non è mai arrivato. Quali sono i motivi di questa stagione fallimentare? I principali, escludendone molti altri, sono 3. Andiamo ad analizzarli insieme.
1. Come sono stati investiti i soldi?
Male! La società paradossalmente è una di quelle che ha speso di più, sia nel mercato estivo che quello invernale (escludendo le Top 4), ma la combinazione in campo dei nuovi acquisti ha lasciato davvero molto a desiderare. Ecco una breve lista della spesa fatta dal presidente Mike Ashley e dai suoi collaboratori: Wijnaldum, Mitrovic, Shelvey, Townsend, Mbemba, Saivet, Doumbia. Solo questi sette giocatori raggiungono una cifra che va a sfiorare i 100 milioni di Euro, ed è imbarazzante vedere dei risultati simili con tali spese.
2. La gestione degli allenatori
Negli ultimi anni la società del Tyne si è fatta notare nell’ambito dei cambi di allenatore. Dopo l’addio di Alan Pardew si sono succeduti rapidamente sulla panchina del Newcastle Carven e McClaren, senza ottenere i risultati sperati. L’arrivo di Rafa Benitez sembrava essere l’inizio di una nuova era per il club, ma i risultati sono qui da vedere e rappresentano l’ennesimo fallimento dell’allenatore spagnolo. Dai tempi di Valencia e Liverpool, il manager non ha più raggiunto un singolo obbiettivo in tutti i club che ha allenato, e si parla di squadre particolarmente importanti nel panorama europeo (Inter, Napoli, Real Madrid, Newcastle). Sorge di conseguenza una domanda: era proprio necessario esonerare a furor di popolo Alan Pardew? Eh già, perchè durante la scorsa stagione il manager inglese attualmente in forza al Crystal Palace, ha spesso ricevuto espliciti insulti dai tifosi, oltre che a continue proteste sia sugli spalti che nelle sale riunioni della società. Con una squadra che valeva molto meno, eppure, si salvò, e dopo questa stagione alle Eagles (sia pure di alti e bassi) ha dimostrato di essere preparato tatticamente e di avere tutte le carte in regola per gestire un gruppo come quello del Newcastle, ovviamente, con le condizioni minime necessarie di serenità…
3. La lotta salvezza è stat presa sotto gamba?
Non lo sappiamo, ma probabilmente sì. Impossibile trovare una ragione alternativa per la quale una squadra del genere si ritrovi retrocessa in un campionato simile. È evidente che non si è mai data troppa importanza alla questione, aspettando sempre la venuta di qualche evento positivo. Il problema è che questi “eventi positivi” mai sono arrivati e forse, continuando così, mai arriveranno. L’atteggiamento è sbagliato, da parte di ogni componente del Newcastle Football Club, ed è per questo che un impianto glorioso come il St. James’ Park e tutti i suoi tifosi (abituati ad ambienti Europei), si dovranno sorbire sfide contro squadre del calibro di Preston North End, Bristol e Rotherham.
Abbiamo potuto assistere ad un grande sprint finale del Sunderland, rivale giurato ed eterno del Newcastle, che ha condannato i bianco-neri alla relegation zone. Big Sammy Allardyce ed i suoi uomini hanno tirato fuori il meglio nell’ultima parte della stagione, e avendo Norwich e Aston Villa già retrocesse, possiamo dire con certezza che i Black Cats sono salvi, e che nella stagione 2016-17 non ci sarà alcun derby del Tyne & Wear, se non in coppa.
Chiudendo il discorso Newcastle, fa impressione pensare a quanti big dovranno andare via dal club per poter giocare in prima divisione: del resto parliamo di giocatori nel giro delle proprie nazionali, e fa davvero strano vedere un risultato del genere. Facile pensare in questo momento, ad un Alan Shearer particolarmente contrariato, sulla poltrona della sua villa, a pensare ai tempi che furono. Noi e tutti i tifosi, Shearer lo capiremmo: ma siamo sicuri che la società sia sulla stessa linea d’onda rispetto al passato glorioso di questa squadra?
I dubbi sul futuro sono davvero parecchi, ma una cosa è certa: caro Newcastle, si può fare di più, senza essere eroi.
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