“Newcastle in vendita”. È questa la frase più popolare nei dintorni del St. James’ Park nelle scorse ore. Mike Ashley, chairman e proprietario del club, ha ufficialmente annunciato la propria volontà di passare il timone, con una scadenza precisa fissata a Natale 2017. Nella giornata di ieri, lunedì 16 ottobre 2017, le voci già diffuse nelle settimane antecedenti l’annuncio hanno trovato conferma: il signor Sports Direct, dopo dieci anni, si sta preparando ad abbandonare i Magpies. Le cifre non sono state rese note nel comunicato ufficiale, ma è probabile che Ashley sparerà mediamente alto; per acquisire il 100% delle azioni del club nel 2007 aveva infatti sborsato 134 milioni di Sterline.
Stando a quanto riportato da Sky Sports UK, Ashley ha aperto alla possibilità di dilazionare i pagamenti, oltre ad aver aggiunto, tra i requisiti dell’acquirente, la voglia e la possibilità di portare il Newcastle in alto, verso un traguardo ideale che in dieci anni di gestione l’attuale proprietario non ha mai raggiunto. Se la cessione non dovesse concretizzarsi entro il 25 dicembre, virtuale deadline, Ashley stanzierebbe comunque fondi per la finestra di mercato di Gennaio, di modo da poter garantire a Rafa Benitez una squadra all’altezza. Attualmente i Magpies occupano il nono posto in graduatoria, con un buon bottino di 11 punti in 8 partite.
Tra i tanti fallimenti della gestione di Mike Ashley, oltre alle due retrocessioni in dieci anni e soltanto due apparizioni nella parte sinistra della classifica di Premier League (5° posto nel 2011/12 e 10° nel 2013/14), va annoverato anche il tentativo maldestro di costruirsi un rapporto con i tifosi, i quali raramente si sono trovati ad affiancare le sue decisioni. Lo zoccolo duro del tifo Magpie è andato su tutte le furie per la decisione di rinominare lo stadio da “St. James’ Park” a “Sports Direct Arena”, società che vende articoli sportivi in tutta l’Inghilterra e in tutto il mondo, della quale Ashley è proprietario.
Cambi di allenatore contestati, scelte impopolari e raramente rivelatesi giuste – in ultimo la scelta di Steve McClaren in panchina, costata poi la permanenza in Premier, prima dell’immediata promozione riconquistata da Benitez: una serie di azioni che hanno teso sempre di più la corda, la quale non si è spezzata troppo tardi. I tifosi del Newcastle, avvezzi alla propaganda via web, hanno anche creato un sito (ashleyout.com, ma era già successo quando, nel 2014, chiesero la testa dell’allenatore Alan Pardew) per manifestare il proprio dissenso. Ora la possibilità di un cambio è concreta: la Toon Army aspetta. E spera.
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