Dopo la paura iniziale, la diagnosi dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine esclude l’infarto o la patologia cardiaca, le ipotesi che erano state inizialmente paventate, ma si è trattato di un “trauma toracico con minimo pneumotorace sinistro, causato probabilmente da un precedente colpo al costato in un’azione di gioco. Un sospiro di sollievo per Evan Ndicka, che già ieri pomeriggio, dopo una serie di controlli e una notte in ospedale, è potuto tornare a casa. Naturalmente in questi giorni il classe ’99 sarà attentamente seguito e verranno effettuati ulteriori esami, ma la grande paura è ormai alle spalle. Ora il pensiero inevitabilmente va al possibile rientro in campo, al momento tuttavia difficilmente pronosticabile in attesa di ulteriori approfondimenti.
Era il 27’ del secondo tempo, quando sul risultato di 1-1 tra Roma e Udinese Ndicka, come si vede dalle immagini della gara, lontano dal pallone, si accascia e si sdraia a terra. L’azione prosegue, inizialmente né compagni né avversari, tantomeno il direttore di gara, si accorgono di nulla. Poi l’azione della Roma sfuma, qualcuno si volta indietro, e la preoccupazione monta. De Rossi richiama i barellieri, i giocatori fanno capannello intorno all’ivoriano, trasportato all’ospedale di Udine in codice giallo per ulteriori accertamenti. Da subito si è potuto appurare che il ragazzo non fosse in pericolo di vita, ma la tensione è rimasta alta per diverse ore.
Poi il primo responso, con l’esclusione di una patologia cardiaca, che avrebbe sicuramente inficiato anche il proseguo della carriera del giocatore della Roma, con il malore che sarebbe stato conseguente a un contrasto di gioco. Nello specifico, l’ivoriano ha scontri con gli avversari al 38’ del primo tempo, al 66’ e al 70’, forse l’ultimo può aver causato il trauma toracico. Come detto, per il ritorno in campo bisognerà aspettare ancora le ultime analisi che escluderanno ogni possibile ulteriore problematica.
In Italia la regolamentazione è molto stringente in questo senso, basti ricordare il recente caso di Christian Eriksen, che dopo il malore vissuto a Euro 2020 quando ancora vestiva la maglia dell’Inter, non poté tornare a giocare con i nerazzurri e fu il Brentford a riprenderlo, per disputare la Premier League, proprio perché dalle nostre parti le sue condizioni non gli permettevano di giocare in serie A.
“L’As Roma vuole ringraziare per la grande professionalità e disponibilità la società Udinese Calcio, l’arbitro Pairetto, il pubblico presente allo stadio di Udine e il personale medico e sanitario dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine» ha scritto il club giallorosso in una nota, concludendo poi così: “Tutti insieme, in quei minuti concitati e di apprensione, abbiamo dimostrato i valori dello sport e messo al primo posto la salvaguardia della vita”. Anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, si è complimentato con tutti per la gestione dell’emergenza: “È in assoluto un bel precedente. Tutti sono stati bravi: allenatori, le squadre, l’arbitro. Bene da ogni punto di vista”.
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