La Nations League: molto più importante di quello che sembra per l’Italia di Luciano Spalletti che ha tutto da perdere in una competizione scomoda per tutti in generale, ma per gli azzurri in particolare, chiamati a difendere dignità e ranking.
Si può perdere a Parigi, ma non a Budapest
Il cammino dell’Italia inizia da Parigi, contro la Francia, non esattamente l’avversario più agevole da incontrare. Una sconfitta, per quanto dolorosa, va comunque messa in conto. Imperdonabile, invece, non riuscire a tenere testa a Israele. E non è solo una questione legata al prestigio: arrivare quarti nel girone ed essere retrocessi in Lega B sarebbe l’ennesima onta, ma anche e soprattutto al ranking, suscettibile di variazioni verso l’alto o il basso alla vigilia del sorteggio per le qualificazioni al mondiale del 2026.
Un risultato negativo in Ungheria potrebbe complicare il cammino verso Canada, Messico e Stati Uniti ancora prima di conoscerlo. Allo status quo, l’Italia occupa la settima posizione nel ranking europeo, che le garantisce il ruolo di testa di serie in vista del sorteggio del 13 dicembre. Per essere sicuri di non perdere il privilegio, occorre, senza se e senza ma, lasciarsi dietro Israele. Ecco perché una sconfitta in “trasferta” contro la nazionale di Alon Hazan è vietata perché l’asticella subirebbe una preoccupante oscillazione verso il basso, esponendo la nazionale di Spalletti a rischi enormi.
Nations League, Italia e qualificazioni mondiali
Meglio smontare anche la favoletta che la Nations League può aiutare la nazionale a qualificarsi ai prossimi mondiali. È vero che il nuovo format a 48 squadre ha allargato ulteriormente le porte, ma i posti in più sono riservati soprattutto alle altre federazioni internazionali. Quelle che spettano all’Europa sono ancora piuttosto ristrette per gli azzurri, specialmente in relazione al rendimento degli ultimi anni. La UEFA ha 16 posti, piuttosto che 13, destinati alle nazionali del vecchio continente, fermo restando se ci sarà posto per la Russia. Sulla carta sono previsti sette gironi da cinque squadre e cinque da quattro. Oppure sei e sei. In ogni caso, saranno dodici.
Il regolamento parla chiaro: “Le vincitrici di ogni girone di qualificazione accederanno alla fase finale, mentre le seconde classificate e le quattro squadre col miglior ranking nella Nations League parteciperanno ai play off”. Questo significa che servirà comunque centrare il primo posto per essere certi della qualificazione diretta alla fase finale dei prossimi mondiali. L’alternativa, è già ben e funestamente nota: le seconde qualificate o le migliori provenienti dalla Nations League giocheranno comunque i play off che, nelle ultime due edizioni, si sono trasformate in un ostacolo insuperabile per la Nazionale.