Napoli, se non è crisi, è qualcosa che le somiglia molto da vicino. La squadra di Antonio Conte ha perso smalto e soprattutto punti fondamentali nella corsa al titolo. Dopo tre pareggi arriva una sconfitta a Como che permette all’Inter di riprendere la vetta e all’Atalanta di avvicinarsi pericolosamente.
Non vincere a Como, al netto del peso specifico e delle rinnovate ambizioni del club lariano, è vietato per chi insegue il titolo. Perdere, anche per come è maturato il risultato diventa delittuoso. Quattro punti in dodici partite. Non esattamente il presupposto migliore per avvicinarsi alla sfida scudetto con l’Inter. La serie negativa ha comunque un minimo comune denominatore. Il Napoli, che spesso legittimava il risultato nella ripresa, esce di scena dalla partita nel secondo tempo: prima di Como, è successo due volte all’Olimpico, quando è stato raggiunto nel finale da Roma e Lazio, si è verificato anche con l’Udinese.
Il calo atletico è evidente. Il Napoli ha spesso giocato e vinto di rabbia agonistica e determinazione feroce partite molto tirare. Adesso continua a creare poco, ma si concede qualche errore di troppo. Con queste premesse diventa difficile trovare il risultato pieno. L’addio di Kvaratskhelia, l’infortunio di Neres e di Spinazzola, la necessità di cambiare modulo di certo non hanno aiutato. Con il 3-5-2 il Napoli ha perso totalmente la catena di sinistra, che nell’ingranaggio di gioco del tecnico leccese era una fonte costante di soluzioni di gioco. Inevitabile andare in sofferenza. Anche perché i cambi non sono più decisivi, poiché scende in campo chi, sino a poche settimane fa, subentrava senza abbassare la qualità. Allo status quo, le frecce all’arco di Conte sono limitate: non a caso, sono arrivati una serie di pareggi prima del Ko.
Sotto accusa, inevitabilmente, il mercato. La finestra di gennaio poteva aggiungere qualcosa. Senza Kvaratskhelia il Napoli ha perso imprevedibilità e certezze. Evidentemente Conte era convinto di conservarle assorbendo l’addio del calciatore georgiano motivando il gruppo a gettare il cuore oltre l’ostacolo come squadra. Risultato ottenuto attraverso un grandissimo sforzo, anche dal punto di vista psicofisico, che il Napoli inizia a pagare. La rosa è ancora in grado di reggere un solo impegno, ma la sensazione è che la straordinaria spinta propulsiva del tecnico si stia esaurendo. Lo si evince anche dalle dichiarazioni e dall’atteggiamento delle ultime settimane. Se è una crisi passeggera o l’inizio della fine di un sogno troppo grande cullato troppo a lungo, lo dirà lo scontro diretto con l’Inter.
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