Napoli – Roma una sfida sentitissima fra due tifoserie e due mondi che, al netto di un gemellaggio che ha scritto la storia e si è rotto, conservano diversi punti in comune: simboli, passione, canzoni e rappresentanti eccellenti.
Nel calcio Napoli e Roma sono indissolubilmente legate da due numeri dieci. E neanche due qualsiasi. Alle pendici del Vesuvio, Diego Armando Maradona. All’ombra del Colosseo (fra l’altro è nato a pochissimi chilometri dal monumento simbolo della città) Francesco Totti. A Napoli, Diego Armando Maradona è una pietra miliare. L’avamposto del trascendente. Il Semidivino: esiste una Napoli, e un Napoli, prima e dopo Diego Armando Maradona. Diego se n’è andato ma che è ancora vivissimo nel cuore di tutti, come hanno testimoniato le feste legate allo scudetto. A Roma, senza voler offendere nessuno, se si parla di un Francesco, si pensa prima a Totti e poi al Papa.
Anche sul piano della musica vi sono parecchi punti di contatto. La Roma ha un cantante tifoso: Antonello Venditti scrive nel 1975 “ Roma, Roma, Roma”. In tre parole, una trasposizione di sentimenti. Nel 1983, i giallorossi vincono lo scudetto e il cantautore concede il bis con “Grazie Roma”, che ancora oggi accompagna la squadra negli spogliatoi dopo una vittoria. Anche a Napoli non si fanno mancare nulla. Nel 1987, Nino D’Angelo incastona le emozioni del primo scudetto in una melodia che diviene l’inno della squadra. “Forza Napoli” è più di una canzone: rappresenta il riscatto morale e sociale della città. Anche le rispettive curve hanno scritto pagine storiche di tifo. Dalla curva sud della Roma sono partiti i cori storici degli ultimi anni: importato il celeberrimo “popopopo” del 2006. Dalla curva azzurra invece la canzone “l’estate sta finendo” dei Righeira è diventata un cult: “un giorno all’improvviso” colonna sonora del terzo scudetto.
Roma e Napoli sono rappresentati anche da due attori simbolo della città. Alberto Sordi dedica una pellicola al mondo del calcio, interpretando il presidente della Borgorosso Football club squadra che conosce poche vittorie e diverse sconfitte ma non perde mai la passione del suo mecenate. Anche Totò, sebbene avanti negli anni, si dedica alla pellicola in ambito calcistico con il film “Le Gambe d’Oro”, interpretando il Barone Fontana, una sorta di presidente padre padrone della società che con i suoi atteggiamenti condiziona spogliatoio, rendimento e calciomercato. Ricorda qualcuno? Beh a Napoli, tuttora, si divertono nei paragoni…
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