Ha firmato con gli azzurri fino al 2028 dicendo addio al Manchester United dopo 22 anni. E sogna lo scudetto, alla faccia della scaramanzia
Napoli si gode Scott McTominay, highlander scozzese arrivato in estate dal Manchester United che il prossimo 8 dicembre compirà 28 anni. In poche settimane è diventato l’idolo della tifoseria e punto fermo di Antonio Conte in una squadra che, non si può dire ma è così, sogna il quarto scudetto della propria storia. McTominay fa impazzire la città da quando è atterrato (e ha bloccato) l’aeroporto di Capodichino, a Napoli. Una scelta difficile quella del centrocampista, che ha detto addio ai Red Devils dopo 22 anni.
Gli inizi
All’Old Trafford ha giocato in tutte le formazioni del settore giovanile, fino a diventare un giocatore fondamentale per la prima squadra, perdere il posto e, allora, convincersi che non era più un luogo nel quale essere felice. Da qui la scelta di andare al Napoli dopo otto stagioni in prima squadra (255 presenze e 29 gol). Con gli azzurri ha firmato un contratto fino al 2028 e alla faccia della scaramanzia ha ammesso con sincerità di sognare di “vincere lo scudetto con il Napoli”. Un obiettivo ambizioso in un campionato nel quale gioca l’Inter, la grande favorita nonostante un inizio un po’ così, e c’è la Juventus con la sua voglia di riscatto. Ma la squadra di Antonio Conte ha il vantaggio di non giocare le coppe europee. Intanto, McTominay ha iniziato a farsi conoscere, e anche molto bene, dai tifosi del Napoli.
Ha segnato in Coppa Italia contro il Palermo, firmando il quinto gol esultando come se fosse il primo e mette in campo tutta la determinazione e la grinta, che sottolineano come sia felice in Italia. Inoltre, è andato in gol anche contro il Como dopo appena 25 secondi e non era facile battere la formazione di Cesc Fabregas, che arriva dai successi con Atalanta e Verona.
L’occhio di Sir Alex Ferguson
Nel destino di McTominay ci sono tre grandi allenatori: Sir Alex Ferguson, José Mourinho e Antonio Conte. Ognuno di loro ha insegnato qualcosa allo scozzese. Sia su come stare in campo sia caratterialmente parlando. Iniziamo con il guru del calcio mondiale, Sir Alex. È scozzese come Scott ed è stato lui a imporre che giocasse a centrocampo. Anche perché McTominay è arrivato al Manchester United che aveva appena sei anni e lo facevano giocare centravanti. Ferguson lo ha adocchiato durante una vita al settore giovanile a Carrigton e si è arrabbiato tantissimo.
Ha consigliato (o meglio, appunto, imposto) che venisse arretrato in mediana, nonostante tra i 16 e i 17 anni superasse di poco il metro e mezzo. Poi con lo sviluppo ha guadagnato 30 preziosi centimetri ed è diventato l’uomo che è oggi. In mezzo al campo ruba palloni, fa sentire la sua fisicità e negli inserimenti può essere letale. È, insomma, un centrocampista moderno. E i tifosi del Napoli se ne sono accorti. Lo amano per questo e lo osannano ogni volta che tocca un pallone.
I complimenti di José Mourinho
Oltre a Sir Alex Ferguson, c’è anche un altro grande allenatore importantissimo nella crescita di McTominay. Che, intanto, è esploso nell’Under 23 dei Red Devils. È José Mourinho, lo Special One non solo per i trofei vinti in carriera, ma anche per i giovani lanciati in prima squadra. E con Scott non è da meno. Il portoghese in rosa ha giocatori come Pogba e Mkhitaryan. Però, non apprezza molto le doti del francese (anche quelle fuori dal campo di gioco) e allora si affida in diverse occasioni a questo giovanotto nato in Scozia. Quindi, lo convoca per due gare al primo anno e per 13 nel 2017-18. “Dico sempre che, per me, non ci sono giocatori giovani o giocatori vecchi, è solo una questione di qualità della personalità e questo ragazzo ha tutto ciò che voglio. È un personaggio speciale, una personalità speciale di cui una squadra ha bisogno in un momento negativo”, il suo giudizio.
Le cose restano buone per McTominay anche quando va via Mourinho e in panchina arriva Ole Gunnar Solskjaer, l’allievo di Sir Alex Ferguson (da calciatore con lui ha vinto tutto). In rosa stavolta ci sono, per quanto riguarda la mediana, Pogba, Matic, Fred e Van de Beek. La concorrenza è molto alta, ma Scott è ormai un punto fermo e, nel giugno 2020, rinnova il contratto per cinque anni. Lo fa per grandissimo amore nei confronti di un club nel quale è cresciuto e nel quale sogna di giocare per tutta la vita. Così questo ragazzo continua a migliorare e inizia a segnare gol importanti contro grandi rivali come Arsenal, Manchester City, oltre a iniziare anche con la Scozia, con la sua Nazionale. Il primo sigillo risale, nel match vinto 3-1 con Israele, al 9 ottobre 2021.
Il grande distacco e l’addio
Le cose iniziano a complicarsi, ed è la prima volta che accade da quando a sei anni è entrato a far parte della famiglia dello United, con l’arrivo in panchina di Erik ten Hag. Sbarca dall’Ajax con una missione precisa (per ora mai centrata e fallita miseramente): riportare in alto i Red Devils. Non è mai accaduto. Spende quasi 100 milioni di euro (per la precisione, 95) per Antony. E a centrocampo vengono acquistati anche Casemiro ed Eriksen. McTominay non è più titolare, una cosa nuova per lui. Pensa di andare via, ma vince l’amore perché questo ragazzo scozzese prova molta riconoscenza per il suo club. Quindi, dice di no alla ricchissima offerta del Newcastle (che poi virerà su Tonali, riempiendo di soldi il Milan), ma gioca comunque poco. Fino al 7 ottobre 2023 nel match dell’Old Trafford contro il Brentford. Entra in campo a tre minuti dalla fine con la sua squadra sotto di un gol e fa qualcosa di magico. Tocca due palloni ed è doppietta e vittoria per 2-1.
Per tutti è da quel giorno “The Savior”, “il Salvatore”. È il suo nuovo soprannome datogli dai tifosi dei Red Devils. E forse quel giorno, nonostante tutto, decide di fare le valigie e andarsene. Ma arriva fino a fine stagione segnando sempre gol importanti e conquistando la Fa Cup, consolazione di teh Hag, che chiude la Premier all’ottavo posto (altro che risalita). Stavolta arriva la proposta del Napoli di Antonio Conte, ed ecco il terzo allenatore importante della sua carriera, e lui dice di sì. Saluta tutti e se ne va, bloccando l’aeroporto di Capodichino e facendosi rimpiangere dal Manchester United, che ancora una volta ha iniziato in maniera pessima la stagione.
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