
Romelu Lukaku attaccante del Napoli immagine | Ansa
Il Napoli torna a vincere: 2-1 alla Fiorentina e un segnale forte e chiaro al campionato. Per lo scudetto ci sarà da fare i conti con Conte. Nessuno, come il tecnico leccese, è in grado di stimolare il gruppo e passare alla cassa con gli interessi. Per informazioni rivolgersi a Lukaku e Raspadori, punzecchiati dal tecnico in conferenza stampa ed entrati in campo caricati a pallettoni.
Lukaku, i numeri non mentono
Romelu Lukaku è stato, in questo periodo di magra, uno dei più discussi. I numeri, però, parlano chiaro e non lasciano spazio ai detrattori: l’attaccante belga va in doppia cifra (10 gol come quelli segnati da Lautaro Martinez, tanto per non fare nomi) anche in questa stagione, come gli accade da dodici anni a questa parte. Solo un certo Robert Lewandowski può vantare, nei top cinque campionati europei, una continuità di rendimento del genere. Al netto delle realizzazioni, Lukaku si conferma quanto mai indispensabile come uomo squadra. Ai dieci gol vanno aggiunti anche gli otto assist. In sintesi, è stato decisivo per almeno due terzi delle vittorie del Napoli, o timbrando il cartellino dei marcatori o permettendo ai compagni di entrarci.
Più in forma adesso che all’Inter
Il belga era stato preso di mira anche per una presunta condizione fisica approssimativa, legata al sovrappeso. In realtà, è una questione più di età che di chili. Lukaku, per sua stessa ammissione, pesa meno di quando giocava nell’Inter (101 kg a Milano, 99 a Napoli). Si è ulteriormente alleggerito perché consapevole delle sue caratteristiche. Il belga è un calciatore che fa della potenza e dell’esplosività il suo punto di forza. Normale che a 31 anni non abbia più la stessa straripanza atletica del suo arrivo in Italia, dunque si è ulteriormente tirato a lucido per guadagnare in agilità quel che ha perso in esplosività e non può recuperare, perché il tempo non si può allenare, al massimo gestire.
Il segreto: una dieta ferrea
In questo contesto, Lukaku ha scelto Napoli perché c’era Conte, il suo “demiurgo”, l’allenatore capace di ricavare il massimo dal belga, che lo ha aiutato accettando sia la sua cultura del lavoro, sia di sottoporsi a una dieta ferrea, che gli permette di restare ad altissimi livelli. Sacrifici enormi, sia dal punto di vista fisico che delle rinunce. Alla serietà del lavoro in campo, unisce una gestione del corpo impeccabile. Nessuna voce, mai un pettegolezzo. Lukaku si allena, suda in settimana, dà il massimo in campo e poi corre a casa dai figli. Una vita ritirata, quasi monastica, la sua: ennesima risposta anche alle critiche provenienti da Manchester e Londra, dove era considerato pigro e inaffidabile. In serie A e con Conte, è tutta un’altra cosa.