Il Napoli di Antonio Conte vince a Genova e porta a casa tre punti pesantissimi che valgono, almeno per qualche ora, il primo posto solitario. Al netto dei tre punti, la sfida di Marassi lascia in eredità la sensazione che al netto di qualche problema strutturale, la squadra di Conte possa restare aggrappata alla corsa per il titolo nell’unico modo possibile: con una determinazione feroce.
Il guanto di sfida di Conte
il secondo tempo del Napoli, sovrastato dal Genoa che ha sfiorato più volte il pari, è stato abbastanza brutto a tal punto da far perdere la pazienza all’allenatore leccese. Al netto del consueto “cazziatone” napoletano (leggasi lavata di capo) urbi et orbi alla squadra però quello di Marassi è un guanto di sfida al campionato. Il Napoli non è bello, né probabilmente lo sarà mai. Né però pretende di esserlo. Gioca un calcio di lacrime e sangue, fotografato dagli ultimi 300 secondi vissuti in apnea, ma senza rischiare davvero di rimanere senza ossigeno. Per tutta la durata del tempo di recupero, il Genoa, in un modo o nell’altro, non è mai riuscito ad avere il controllo del pallone. Si vince anche così, anche in modo non elegantissimo, ma è perfettamente inutile attendersi qualcosa di diverso. Il 2-1 di Marassi è l’essenza del calcio di Antonio Conte. Tutte le vittorie sono importanti, anche quelle brutte, sporche, cattive. Una filosofia riassumibile in un concetto: pragmatismo.
Le carenze strutturali: servono ricambi
Al netto del successo, Marassi ha anche raccontato di come al Napoli serva anche qualche ricambio per sopperire a delle carenze strutturali apparse evidenti dopo l’infortunio di Buongiorno, il leader maximo della difesa. A questo Napoli serve, almeno, un centrale di difesa che sia affidabile e un elemento in grado di far rifiatare, quando serve, Anguissa. Il centrocampista azzurro scarica il contachilometri ma prima o poi avrà bisogno di una sosta ai box. Idem per Politano, spremuto abbastanza per far sorgere i dubbi sulla possibilità di vedere insieme dal primo minuto Neres e Kvara, anche solo per vedere l’effetto che fa. Nel frattempo, nel calcio esattamente come nella vita, contano solo i risultati: e il Napoli riesce a vincere contro un avversario che non perdeva da sei partite e arriva a Natale a quota 38: un vero miracolo sportivo considerate le premesse e quanto accaduto nella scorsa stagione. In sei mesi, Conte ha restituito un Napoli da titolo, o comunque in grado di competervi. Non offrirà un calcio attraente, ma, per sua stessa ammissione, “esiste la playstation”. Difficile rendere un concetto più chiaro.