20 anni di De Laurentiis e 100 giorni di Antonio Conte a Napoli. Quanto basta, al netto della falsa partenza di Verona, per restituire ottimismo in casa azzurra dove c’è la consapevolezza di poter recitare nuovamente da protagonisti.
Una filosofia profondamente diversa
Antonio Conte in poco più di tre mesi ha rivoluzionato il Napoli portando in eredità la sua filosofia. Cultura ossessiva del lavoro per restituire dignità ed ambizione a una squadra che solo 12 mesi fa si presentava al via della serie A da Campione d’Italia. Sembra trascorsa un’eternità, ma in effetti si è attraversata un’era. Da Spalletti al tecnico leccese, il concetto dell’ “amma faticà” è in comune, ma cambia l’approccio al lavoro. Vincere non è una possibilità, ma una necessità, quasi una missione per Conte che prima si è preso del tempo per valutare la rosa, poi ha diviso petali dalle spine e infine ha tagliato i rami secchi. Tutto alla luce del sole, con onestà e coerenza. Duro, ma giusto. Tutti i calciatori hanno avuto almeno una possibilità di mettersi in mostra a Dimaro e Castel di Sangro. Dal tempo delle valutazioni si è passato a quello del giudizio: è rimasto chi può essere utile al progetto ma anche chi ha dimostrato rispetto delle regole e dei compagni. Gli altri, superstar comprese, hanno cambiato aria. Scelta dolorosa quella di Osimhen, ma necessaria per rasserenare e compattare lo spogliatoio.
Antonio Conte “garantisce” la Champions
Messe le fondamenta, resta da capire quali possono essere le reali prospettive del Napoli. Difficile parlare di scudetto ma la sensazione è che dietro l’Inter ci sia proprio la squadra di Conte che al netto della falsa partenza si è subito rimessa in carreggiata, strappando punti con le unghie e i denti ai rivali. A mercato finito le idee sono abbastanza chiare: De Laurentiis ha speso molto ed accontentato le richieste di un allenatore che, lo dice la storia, nella peggiore delle ipotesi, è arrivato secondo. Ad oggi l’Inter è avanti, ma Simone Inzaghi dovrà gestire una rosa e i tantissimi impegni. La Juventus che sembrava la rivale più accreditata si è un po’ sgonfiata dopo le prime due giornate. Il Milan è ancora un’incognita come le romane e l’Atalanta, che sbuffano e si dimenano a metà e nella bassa classifica. Ecco perché il Napoli, che nel bene e nel male ha già una chiara impronta e una forte identità può sperare, complice anche la possibilità di concentrarsi esclusivamente sul campionato, nella apertura di prospettive da dipingere a colori. Per ora azzurri, chi sa se con sfondo tricolore.