Serviva la partita perfetta per rimontare il 2-0 subito all’andata in casa del Granada, ma il Napoli ci è riuscito soltanto nel secondo tempo: nonostante il lungo assedio gli azzurri pagano la disattenzione e la svogliatezza di una settimana fa e salutano l’Europa League, grande rimpianto di questa stagione.
A costare carissimo è il gol di Angel Montoro al 25′ che ha risposto al grande squillo di Zielinski nei minuti iniziali della partita. E di certo vincere segnando altre tre reti non era una missione facile per nessuna squadra, soprattutto se nel primo tempo nessuno sembra aver voglia di tirare verso la porta. Rino Gattuso prova la difesa a tre con il ritrovato Koulibaly al fianco di Maksimovic e Rrahmani, spostando Di Lorenzo ed Elmas come esterni del centrocampo a 4. Un esperimento che in realtà non regala nessun frutto: il Napoli non è quasi mai pericoloso in avanti e la partita sembra prendere la stessa piega della gara di andata.
Ma nel secondo tempo c’è un’altra rivoluzione che regala agli azzurri i pezzi più importanti, quelli che più sono mancati in questa stagione: prima entra Ghoulam che riporta la squadra alla canonica difesa a quattro e regala muscoli e velocità alla fascia, diventata subito un campo minato per il Granada che subisce la trasformazione del Napoli e prova a reggere con la difesa rimaneggiata a causa degli infortuni a partita in corso di Victor Diaz e Pérez. I partenopei ritrovano la fiducia persa ormai troppo tempo fa e a denti stretti si riportano in vantaggio con il gol di Fabian Ruiz. Ma i giochi cambiano quando in campo ritorna Mertens, il miglior marcatore della storia degli azzurri, uomo simbolo e trascinatore assoluto negli ultimi anni. E con il belga in campo la musica è totalmente diversa: la squadra vola su un altro ritmo e prova ad assediare l’area degli spagnoli sfruttando soprattutto i calci d’angolo.
16 tiri totali di cui 5 in porta, tutti parati dai guantoni di Rui Silva che nel secondo tempo diventa nettamente il migliore in campo per il Granada che intanto, per sopperire alla furia del Napoli, mette in atto con successo la trappola del fuorigioco. Mertens manda il suo pallonetto sopra alla traversa, Fabian fa uscire la palla di un soffio, Insigne trova l’opposizione del portiere e Ghoulam in pieno recupero ci prova con un colpo di testa: le azioni sono tante ma agli azzurri servono necessariamente due gol per sperare nel passaggio agli ottavi di finale che non arriva, nonostante un secondo tempo di altissimo livello che aveva acceso i sogni dei tifosi.
Il cammino del Napoli in Europa League si interrompe proprio nel momento migliore, lasciando la sensazione di non aver creduto abbastanza in una competizione che poteva sicuramente regalare qualche soddisfazione in più. La panchina di Gattuso è sempre più in bilico ma gli azzurri, nonostante la pesante eliminazione, possono provare a sorridere: i pilastri della squadra sono tornati con il piede più caldo che mai e hanno tutta l’intenzione di stravolgere un campionato che sembra ormai segnato.