Antonio Conte, scommessa stravinta con il Napoli e Lukaku. L’allenatore leccese a prescindere da quanto accadrà, andrà alla sosta da primo in classifica. Resta solo da capire quale sarà il divario che separerà la concorrenza dagli azzurri ma il dado è tratto. Il Napoli è da scudetto. E Lukaku è l’uomo in più.
Antonio Conte ha voluto fortemente il centravanti belga al Napoli. Una sorta di conditio sine qua non per accettare la panchina. E i numeri gli hanno dato ragione. Lukaku ha, sinora, un rendimento altissimo. Ed è sempre decisivo. Nessuno, nel Napoli, ha lo stesso grado di incisività. Il numero 11 ha messo a segno tre reti e quattro assist in sole cinque partite giocate. Nessun giocatore negli ultimi 20 anni era riuscito a prendere parte a più azioni da gol nello stesso arco temporale. Conte può dunque sorridere: al netto di una forma ancora da perfezionare, Lukaku si è calato nel ruolo richiestogli e ne esegue perfettamente i compiti. Centravanti ma anche regista offensivo. Un attaccante totale capace di spostare, specialmente in un campionato ancora senza padrone, gli equilibri e i rapporti di forza.
Il Napoli non è solo Lukaku. Il primo posto in classifica è frutto di scelte di mercato azzeccate. Uomini, prima che giocatori, come ha chiesto Conte, in grado di sposare senza se e senza ma la cultura del lavoro e del sacrificio in funzione di un unico ente superiore assoluto: la squadra. Neres e Politano hanno sempre un impatto importante quando sono chiamati in causa e vivono il dualismo per una maglia da titolare come uno stimolo. E dunque garantiscono massima concentrazione e determinazione quando sono chiamati in causa. Gilmour è in panchina solo perché ha davanti un Lobotka in formato monstre, Ngonge si è guadagnato la fiducia del tecnico e la convocazione in nazionale.
In generale tutti i calciatori della rosa hanno ritrovato condizione ed entusiasmo e non ci sono riserve, ma alternative che quando scendono in campo non abbassano il livello della squadra. Una rosa finalmente profonda, cui attingere a piene mani. Condizione ideale per una squadra che può concentrarsi solo sul campionato. In pochissimi, dopo il ko di Verona, avrebbero scommesso su un Napoli primo in classifica alla sosta. Invece gli azzurri sono cresciuti sia sul piano del temperamento che del rendimento. Adesso, però, viene il difficile: tenere i piedi per terra e non farsi trascinare dall’entusiasmo di una passione ridestatasi. Conte, in questo senso, è la migliore garanzia.
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