Non sarà presente in campo a causa di un infortunio alla caviglia che lo tormenta da quasi due mesi, ma per Naby Keita è impossibile non sentire tutta la tensione della doppia sfida di Champions League del suo Liverpool contro il Lipsia, ex squadra che gli ha permesso di coronare il sogno di una vita.
Già, perché fin da quando era un bambino il centrocampista voleva a tutti i costi indossare la maglia dei Reds, squadra tifata da tutta la famiglia e dagli amici di infanzia. Nessuno si sarebbe mai immaginato di vederlo ad Anfield, figuriamoci con addosso il numero appartenuto a Steven Gerrard e ritenuto quasi sacro da tutti i tifosi. Eppure, partendo dalle strade pericolose della sua cittadina in Guinea (non il posto migliore dove allevare le future promesse del calcio europeo), Naby Keita ha raggiunto il suo obiettivo: fin da piccolissimo giovava a pallone scalzo assieme ai suoi amici, indossando la maglia del Liverpool mentre cercava di dribblare persone, buche e automobili.
Su quelle strade il suo carattere si è temprato, trasformandolo in un giocatore dinamico e bravo a saltare gli avversari. Caratteristiche che nel 2018 hanno fatto letteralmente innamorare i Reds: il grande salto in Premier League (costato alla società circa 65 milioni di euro) fece immediatamente clamore, soprattutto per il fatto che Naby Keita senza nessuna esitazione scelse di indossare la maglia numero 8, la più importante di tutti per i suoi nuovi tifosi. A benedire il suo arrivo ci pensò addirittura Steven Gerrard, pronto a sancire il passaggio di testimone a quello che sarebbe potuto diventare a tutti gli effetti il suo erede.
Purtroppo il grande talento non è bastato al centrocampista per diventare il perno del Liverpool. Dopo una prima stagione vissuta quasi tutta da protagonista, le prestazioni di Naby Keita sono calate di qualità e intensità e a tagliarlo fuori dalla lista dei titolarissimi ci hanno pensato anche i numerosi problemi fisici che lo accompagnano purtroppo da due anni a questa parte. E inevitabilmente Klopp ha dovuto far affidamento su altri giocatori, lasciandolo sempre più spesso in panchina. Anche quest’anno il suo contributo è stato davvero minimo: in totale ha disputato appena 7 partite in campionato e qualche spezzone nelle altre competizioni senza mai trovare gol e assist, ed è rimasto spesso a guardare i suoi compagni da casa per via del Covid prima e dell’infortunio alla caviglia poi, un problema fisico che si porterà dietro ancora per qualche settimana.
Di sicuro la sua esperienza in Inghilterra non è stata positiva come immaginava, ma nonostante la sfortuna le qualità ci sono tutte. Nella partita migliore giocata in questa stagione, il 7-0 rifilato al Crystal Palace, Naby Keita è stato uno dei migliori in campo pur senza segnare nessuna rete: il suo più grande pregio è quello di saper dare il giusto ritmo alla squadra guidandola verso la fase offensiva con passaggi precisi e una grande visione di gioco. Tutto questo purtroppo si è visto soltanto a sprazzi dei due anni e mezzo trascorsi in Premier League. Ma il Liverpool e il suo allenatore lo aspettano con pazienza, consapevoli delle potenzialità del ragazzo che dopotutto a 26 anni può ancora riprendere in mano la sua carriera per farla decollare.
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