Le aveva vinte tutte José Mourinho fino a ora nella sua nuova avventura, ma a fermare la corsa del Tottenham verso le prime quattro posizioni della classifica ci ha pensato proprio il suo vecchio Manchester United, insospettabile vincitore nel periodo più travagliato del suo campionato.
Se contro Sheffield e Aston Villa erano arrivati due pareggi amari che sembravano far traballare pericolosamente la panchina di Solskjær, è nella partita più complicata di tutte che i Red Devils ritrovano finalmente quasi tutte le certezze perse per strada. Certo, la porta è ancora una volta bucata (l’ultimo clean sheet di de Gea in Premier League risale al 14 settembre nell’1-0 rifilato al Leicester), ma dalla difesa arrivano segnali rassicuranti: a contenere Kane e Alli, il più pericoloso fra gli Spurs, ci pensa su tutti la bella prestazione di Wan-Bissaka, onnipresente su tutta la fascia sinistra e decisivo fino all’ultimo secondo della partita.
E anche se il centrocampo continua a non regalare particolari gioie, ci pensa il solito Marcus Rashford a spazzare via ogni dubbio e a regalare al suo United la prima vittoria in campionato dopo quasi un mese, con una doppietta decisiva che fa sentire molto poco l’assenza dell’infortunato Martial. E mentre i ragazzi di Solskjær restano aggrappati al loro giovanissimo leader, dall’altra parte gli Spurs assisteranno alla prima sfuriata targata Mourinho: dopo tre vittorie tra Premier e Champions League, il Tottenham cade proprio nella partita più delicata per il portoghese, al quale avrebbe fatto sicuramente piacere uscire da Old Trafford con qualche punto in tasca.
La gita nel suo ex stadio però è andata tutt’altro che bene, anche a causa della botta fortuita presa al ginocchio durante il primo tempo per un tackle di James, uno dei pochi aneddoti da raccontare di un Tottenham spento, trascinato soltanto da qualche incursione veloce di Dele Alli. Di certo Mourinho non poteva avere fra le mani la pozione magica per risolvere tutti i problemi degli Spurs, ritornati in bella mostra dopo tre partite di ottimo livello che però hanno avuto effetto sul morale e sulla classifica.
C’è ancora tanto su cui lavorare, soprattutto in partite così impegnative contro le dirette rivali per un posto in Europa e in questo caso neanche il calendario gira a loro favore: alla soglia ci sono le sfide contro Wolverhampton e Chelsea, due prove complicate che aiuteranno il Tottenham e il suo allenatore quali sono le vere ambizioni di questa stagione.
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