Una flessione che sembra non volersi fermare; Mourinho non è più Special. In mattinata, infatti, è arrivata la notizia del suo esonero da allenatore del Tottenham. Una decisione presa al termine di una giornata in cui gli Spurs, con il pareggio contro l’Everton, hanno certificato la settima posizione in Premier League. Piazzamento non idoneo con le ambizioni della società e la sola finale di Carabao Cup (in programma domenica prossima contro il City) non è bastata a salvare la panchina del tecnico portoghese. Per José si tratta del terzo esonero negli ultimi otto anni, rendimento decisamente lontano dal quell’allenatore capace di far emozionare con i successi alla guida di Porto ed Inter.
Dopo Chelsea e Manchester United ecco il terzo fallimento nella carriera di José Mourinho e il termine non è assolutamente esagerato; quando si parla di un tecnico del suo calibro non ci sono parole diverse per definire l’ennesimo esonero dello Special One. Una decisione inevitabile dopo un biennio con molte delusioni e la sola finale di Carabao Cup che non può, per ovvi motivi, salvare gli ultimi due anni degli Spurs. I motivi dell’esonero sono molti a partire dall’attuale settimo posto in Premier League di una rosa con le potenzialità di fare molto di più; la rosa del Tottenham non sarà da primo posto ma poteva, anzi doveva, lottare per un posto in Champions League specie con due come Kane e Son capaci di realizzare 35 gol e 22 assist. Mourinho non è stato in grado di far esprimere alla propria squadra tutto il potenziale e dare un gioco corale e non basato sulle giocate dei singoli.
L’Europa League
L’incapacità di dare un’identità alla squadra si è vista in Europa League dove il Tottenham si è letteralmente suicidato; l’ottavo di finale contro la Dinamo Zagabria ha mostrato la fragilità mentale di una squadra crollata alla prima difficoltà; l’aspetto psicologico è sempre stato il punto di forza di Mourinho e vedere i suoi ragazzi crollare da questo punto di vista rende l’idea del momento che sta vivendo lo Special One
L’assenza di trofei
Il terzo motivo, ma non meno importante, che ha deciso la società ad un cambio in panchina (fino al termine della stagione il club sarà guidato dal tecnico dell’Under23) è stato il mancato salto di qualità. Il passaggio da Pochettino a Mourinho doveva portare la squadra ad alzare l’asticella e soprattutto ad alzare un trofeo dopo la delusione nella finale di Champions. Missione fallita nonostante la finale di Carabao Cup; evidentemente la società non riteneva in grado il tecnico di poter affrontare una partita del genere e questo fa ancora più male a José e ad un tecnico che si sta rovinando con le sue stesse mani.
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