Vincenzo Montella ai quarti di finale con la Turchia. Eliminata l’Austria. L’aeroplanino è tornato, unico superstite italiano in questi europei dopo gli ottavi di finale. La sua Turchia, a differenza dell’Italia di Spalletti, del Belgio di Tedesco, della Slovacchia di Calzona e dell’Ungheria di Marco Rossi (uscita nella fase a gironi), salta un altro ostacolo e arriva ai quarti di finale del torneo.
Quale è il segreto di Montella? Aver forgiato un gruppo solido in pochissime settimane. Spalletti aveva dichiarato, dopo l’eliminazione contro la Svizzera, di aver avuto poco tempo a disposizione per trasmettere le sue idee. Montella, che ha preso le redini della nazionale turca nello scorso settembre, a due partite dalla fine del girone contro Croazia e Lettonia, si è arrampicato agli Europei passando attraverso sonore lezioni (6-1 proprio dall’Austria eliminata poche ore fa) mandate a memoria per non ripetere gli stessi errori. Agli Europei si è presentato con idee chiarissime e compattezza, nonché uno spirito di sacrificio capace di colmare le lacune. Era difficile immaginare una Turchia in grado di superare l’Austria in generale. L’assenza di Calhanoglu sembrava un fattore decisivo, invece Montella ha trasmetto intensità, fisicità, attitudine e spirito di sacrificio. In una parola, è scesa in campo una squadra.
Montella ha ripreso quota. Non ha sassolini da togliersi, né rancori. La sua è una rivincita cercata, voluta e trovata in un paese scelto per rimettersi in discussione dopo annate sfortunate al Milan, al Siviglia e alla Fiorentina. L’attuale C.T. della Turchia ha lasciato l’Italia con l’etichetta di un carattere difficile, come liberarsi da certi tipi di etichette. Quando poi i risultati non arrivano diventa tutto più complicato. Montella non si è scoraggiato: ha attraversato il suo purgatorio calcistico, passando per Adana, club semisconosciuto, prima salvato per il rotto della cuffia e poi portato in Europa. Poi la nazionale. In riva al Bosforo, ha dimostrato di non aver né perso le idee, né la voglia né soprattutto la capacità di allenare e motivare un gruppo. Non si è spaventato di ricominciare e ora raccoglie i frutti dopo una semina figlia anche del coraggio, per sua stessa ammissione, di voltare pagina.
Legittimo pensare che dopo un Europeo del genere, a prescindere dall’esito comunque interpretato e giocato ben oltre le più rosee aspettative, il calcio italiano possa riabbracciare un allenatore considerato da sempre fra i più promettenti. La sensazione è che Montella si voglia prendere e godere, anche giustamente, il momento: intoccabile o quasi in Turchia, ha anche un contratto sino al 2026 e la possibilità di qualificarsi per il Mondiale. Difficile che non voglia giocarsi questa opportunità. Prima però c’è il quarto di finale contro l’Olanda, sfida tutt’altro che scontata e tutta da vivere per vedere l’effetto che fa.
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