Francia solida e cinica, anche nei quarti di finale. La squadra di Deschamps ha battuto l’Uruguay in una partita bloccata, combattuta – in senso letterale – e con poche occasioni, sfruttate meglio dai transalpini. Cinismo e movimenti indovinati, con Griezmann in copertina. Il primo gol di Varane è soprattutto merito suo: battendo la punizione, il suo stop e ripartenza manda fuori giri la difesa dell’Uruguay, che si schiaccia verso la porta e lascia così a Varane lo spazio per andare verso il primo palo e staccare indisturbato davanti a Stuani, poco reattivo nell’occasione.
Anche nell’occasione del 2-0 la punta dell’Atlético è stata protagonista. Pogba dopo aver recuperato palla a un Vecino troppo molle ha rilanciato l’azione palla al piede. Griezmann e Mbappé hanno attaccato la profondità, ma appena il primo si è reso conto di non avere spazio, si è fermato e si è aperto sulla sinistra. Il secondo ha invece proseguito la corsa ed era anche tenuto in gioco da Giménez, fuori linea: Pogba avrebbe potuto servirlo. Ha scelto l’opzione Tolisso, bravo nell’accompagnare e rimasto solo dopo il raddoppio sul centrocampista dello United da parte dei centrocampisti dell’Uruguay. Caceres è rimasto staccato da Griezmann, che ha avuto tempo per ricevere, guardare la porta e concludere. Muslera ha fatto il resto.
Brasile a casa tra la sorpresa generale. L’ennesima svolta di questo Mondiale è arrivata a Kazan, dove la strafavorita si è trovata spalle al muro contro un Belgio tatticamente preparato e soprattutto coraggioso. Dopo un primo tempo deludente in attacco, Tite ha deciso di provare a svoltare a mezz’ora dal termine con Douglas Costa, che ha davvero girato la gara sul settore di destra. Ma è stato troppo poco cavalcato. I suoi compagni hanno spesso preferito insistere a sinistra, dove il tasso tecnico non mancava (Marcelo, Coutinho, Neymar…) ma il Belgio riusciva a chiudere ogni spazio, soprattutto ogni tentativo di convergere verso il centro. E Costa a destra è rimasto da solo a guardare. Ampiezza sfruttata male contro la difesa a quattro del Belgio, con Vertonghen in tutto e per tutto da terzino sinistro e Chadli stretto tra i tre centrocampisti (nella situazione, su Paulinho).
La fase difensiva non è stata comunque migliore, è anzi stato il vero punto debole del Brasile. Tutto è ruotato all’assenza per squalifica di Casemiro, giocatore troppo importante in mezzo al campo per poterne fare a meno. Gli spazi che ha sempre chiuso il mediano del Real sono rimasti aperti: Fernandinho non si è mai fatto trovare in posizione ed è stato continuamente disorientato dai movimenti di De Bruyne e soprattutto Hazard. Il secondo è stato più volte chiave per portare fuori gli uomini e aprire gli spazi da attaccare: Lukaku ha ringraziato e si è trovato più volte in situazione favorevole per pungere.
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