Il 2 novembre 2015, il Rosenborg ha vinto il campionato di Norvegia nello stadio Lerkendal di Molde, casa degli acerrimi rivali, prima di spostare la festa a Trondheim e qui cantare un coro d’odio verso la città di Molde. Era l’ultimo episodio di una saga cominciata dieci anni prima quando Steffen Iversen del Vålerenga, nel 2005, aveva festeggiato il campionato intonando “Rosenborg ar ræva” (Rosenborg è un asino). Tornando al Rosenborg, quella canzone si chiama “Bombefly” e nel suo testo gli abitanti di Molde rinvennero riferimenti omosessuali e inneggiamenti al razzismo. Il titolo stesso, peraltro, è l’augurio che un bombardamento si abbatta sulla città di Molde. Accuse cui l’autore, il rapper Shitrich, originario di Trondheim, rispose seccato: “Peccato che la gente non veda l’umorismo”. E la canzone non portò bene: avrebbe idealmente accompagnato la vittoria del Rosenborg sul Molde in finale di Coppa di Norvegia 2013. In realtà vinse il Molde, 4-2, dunque anziché coro festante è diventato il simbolo dell’odio tra le due città.
Molde, Bendtner e Seattle
Se nel 2015 il Rosenborg ha vinto il campionato norvegese proprio nello stadio del Molde, l’occasione ghiotta di “vendicarsi” ebbe la meglio su Nicklas Bendtner, ripreso mentre cantava a gran voce “Bombefly” sorseggiando una birra tenuta in mano. Ma anche su Alexander Søderlund che nel 2019, dopo esser stato espulso, andò tra i tifosi del Rosenborg ad augurare le bombe alla città di Molde. “Ho scritto la canzone in tre ore – ha raccontato il rapper Shitrich a TV2 – mi hanno contattato offrendomi 20mila corone norvegesi. Il mio compito non era semplice: dovevo scrivere quel che la gente pensa, ma non osa dire ad alta voce“. Questo per dire, brevemente, che se il titolo del Bodø/Glimt è stato festeggiato all’unanimità dalla Norvegia, c’è modo di credere che in Molde-Hoffenheim una buona porzione di Oslo abbia gufato i connazionali del nord.
In estate peraltro il Molde è andato a un passo dalla Champions League: 3-3 in casa col Ferencváros dopo aver rimontato due gol, pari 0-0 in Ungheria. Ceduto l’attaccante nigeriano Leke James in Arabia Saudita, il tecnico Erling Moe (che nel dicembre 2018 prese il posto di Ole Gunnar Solskjær e l’anno dopo riuscì a vincere il campionato pur senza Erling Håland) è riuscito a dare compattezza a una squadra equilibrata, le cui fortune dipendono però dal trequartista Magnus Wolff Eikrem, capitano e numero 7, legatissimo a Solskjær, di cui frequentò a 13 anni la scuola calcio, prima di firmare un contratto col Manchester United, tornare a Molde proprio con Solskjær allenatore, trasferirsi in Svezia per vincere due campionati col Malmö, regalarsi un’esperienza nella Mls a Seattle e tornare per la terza volta in Norvegia, nel 2018, da svincolato. Di lui, il tecnico Moe ha detto: “Mi sorprendo che sia ancora qui, forse molti club hanno provato a farne un giocatore che non era. Sono molto felice però di averlo a disposizione”.
Fofana, ovvero l’eroe che non ti aspetti
Nel Molde che pareggia sul campo neutro del Villareal contro l’Hoffenheim, peraltro compiendo una rimonta da 1-3 a 3-3, Eikrem non ha però eccessivamente brillato. La partita s’era messa male per i norvegesi: dopo 30’, una doppietta di Dabbur sembrava compromettere tutto. Il gol di Ellingsen (41’) ha dato speranza, ma prima dell’intervallo ha ristabilito le distanze Baumgartner (45+3’). E invece nella ripresa, prima un rigore parato da Andreas Linde a Dabbur, poi due gol in 4’ – prima Ulland-Andersen, poi Fofana – hanno regalato al Molde speranza. Il 18enne David Datro Fofana è l’eroe che nessuno si sarebbe aspettato: attaccante nigeriano di 18 anni, aveva offerte da Francia e Olanda a cui ha preferito Molde. Così, entrato in campo per disperazione, gli sono bastati nove minuti al suo esordio per segnare il 3-3, su assist di Eikrem, e regalare speranza al Molde, privo anche di Ohi Kwoeme Omoijuanfo, che nel 2010 è diventato il più giovane marcatore di sempre dell’Eliteserien, a 16 anni e 300 giorni (un record poi sottrattogli da Martin Ødegaard).
Un altro aspetto riguarda la preparazione: come pure in Svezia, in Norvegia il campionato termina in autunno inoltrato e, dunque, giocare i sedicesimi d’Europa League a febbraio cozza con una preparazione incompleta: lo stesso accadde all’Östersund, che nel 2018 perse 3-0 in casa con l’Arsenal, sbagliando un rigore, e seppe solo parzialmente rimontare all’Emirates. Ma si spiega anche l’exploit quasi riuscito del Bodø/Glimt, che ad agosto, con metà campionato alle spalle, affrontava un Milan indietro nella preparazione. Il Molde è crollato con l’Hoffenheim, ha saputo riemergere e ora si giocherà tutto al ritorno. Sapendo che, dopo aver superato con 10 punti un girone comprendente pure Arsenal, Rapid Vienna e Dundalk, ci sarà ancora qualcuno che, da Trondheim, guferà in malo modo.