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Moise Kean che arma può essere per Mancini all’Europeo?

Ha sorriso Parigi nel vedere il 4-1 del Psg al Camp Nou, ma ha sorriso anche Roberto Mancini. Perché a splendere nella serata di Barcellona oltre a un imprendibile Mbappé sono stati i suoi azzurri: Florenzi con una solidissima prestazione nelle due fasi, Verratti con un assist da genio e un controllo di palla da primo della classe, ma anche Moise Kean, che ha trovato l’ennesimo gol stagionale in una squadra in cui in pochi credevano che potesse avere questo tipo di impatto.

E nel vederlo segnare e giocare così bene sicuramente Roberto Mancini avrà fantasticato su come utilizzarlo all’Europeo: sicuramente sarà una risorsa, peraltro utilizzabile in più posizioni. Il Mancio in lui ci ha sempre creduto, l’ha convocato anche in momenti non particolarmente brillanti della sua giovane carriera, ha visto in lui le potenzialità di un ragazzo che ha una vita davanti e che se messo nelle giuste condizioni può veramente fare la differenza nella nostra nazionale.

Ormai non c’è più nessuno in grado di mettere in discussione la sua convocazione al prossimo Europeo, infortuni permettendo, perché sprecare un potenziale titolare del Psg che peraltro è il secondo miglior marcatore stagionale della squadra (14 gol in 25 partite tra Ligue 1 e coppe), sarebbe una pura follia. Follia che ovviamente Mancini non calcola, perché come spesso accade ha saputo vedere oltre l’apparenza e leggere le potenzialità del giocatore, oltretutto anche anticipando la sua dislocazione a destra avvenuta poi anche a Parigi dopo gli esordi da centravanti o sporadicamente da ala sinistra nell’Under 21 di Di Biagio.

Ma come lo può utilizzare in Nazionale? L’idea è chiara, Kean sarà una prima alternativa di enorme livello al tridente che ormai sembra consolidato con Insigne a sinistra, Chiesa e destra e Immobile al centro. Potrà essere protagonista di una staffetta programmata sulla destra con Chiesa, per una combinazione potenzialmente letale per qualsiasi terzino vista l’esplosività di entrambi, ma anche eventualmente la terza punta da convocare, un ruolo sempre chiacchierato nel momento delle convocazioni.

Di fatto a oggi avrebbe molto più senso e pertinenza portare Kean come jolly da giocarsi sia a destra che come eventuale punta rispetto a un Caputo, d’esperienza ma senza alcun feeling con avversarie straniere, che per quanto non dispiaccia a Mancini difficilmente vedrebbe il campo in momenti importanti della gara considerando i due nomi di peso che ha davanti. Moise Kean utilizzato in questa maniera libererebbe con più facilità l’inserimento di un sesto centrocampista (Castrovilli? Gagliardini? Cristante? Sensi? Zaccagni?) nella lista dei ventitré o eventualmente di un jolly difensivo alla D’Ambrosio che potrebbe allungare un pacchetto arretrato al momento colonizzato dai mancini di piede.

In ogni caso l’ascesa di questo ragazzo spesso discusso e su cui si sono abbandonate troppo presto le speranze solo per un’annata all’Everton in cui non ha lasciato il segno, può rappresentare una svolta per la nostra Italia. Una squadra che si presenta con basi solidissime in attacco dopo i grandi risultati tra qualificazioni e Nations League, ma che potrebbe anche essere rinnovata da un talento destinato a essere un giocatore molto importante per questo ciclo. Il Camp Nou sembra aver parlato chiaro.

Simone Gamberini

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