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Modric: il primo effetto della cura Zidane

Il pareggio poco convincente contro il Betis Siviglia ha lasciato l’amaro in bocca al popolo madridista, illuso dopo due manite al Bernabeu di aver già ritrovato la squadra capace di vincere tutto. Non tutto però è andato storto e la nota più positiva è la partita esemplare di Luka Modric.

Il croato durante la gestione Benitez aveva perso la bussola non trovando la posizione in campo adatta maggiormente alle sue qualità. Poco spazio per andare in conduzione di palla, meno movimenti da parte delle punte per favorire le sue verticalizzazioni e un atteggiamento troppo poco affamato generale da parte della squadra avevano sminuito la sua figura.

Modric però in queste tre partite ha dimostrato di aver superato questa fase di blocco mentale ed è riuscito a tornare sui suoi livelli abituali in più posizioni del campo. Zidane infatti lo ha utilizzato sia nella linea di centrocampo col doppio mediano al fianco di Toni Kroos, sia come mezz’ala destra nel 4-3-3 visto contro lo Sporting Gijon e contro il Betis.

La partita del Villamarin è stata sicuramente la peggiore dei merengues nell’ultimo mese ma la migliore per Luka Modric: ovunque in mezzo al campo, ottimo sia in fase di impostazione che di interdizione e sempre lesto ad anticipare la giocata. Fondamentale il suo recupero soprattutto per il giro palla perché la facilità che ha lui di muovere con velocità il pallone azzeccando semper la giocata è un dono che hanno ricevuto in pochi.

In attesa di far ritornare tutti i suoi giocatori al livello dei “Galacticos” Zidane può già coccolarsi il suo nuovo Luka Modric, molto simile a quel campione che ha fatto la differenza nelle passate gestioni al Bernabeu. Il Real di Zizou al primo stop ha scoperto di non aver completamente ricucito tutte le cicatrici del precedente corso e questo passo falso servirà per capier come e dove poter migliorare.

Modric intanto torna a giocare da campione e con un rendimento del genere i blancos possono superaer in fretta i propri limiti e lanciarsi alla rincorsa di Barça e Atletico.

Simone Gamberini

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