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Milan, si rivede Ibra a Milanello dopo la “latitanza”: accetterà il nuovo ruolo?

Zlatan Ibrahimović è ricomparso nel centro sportivo del Milan, come riportato da “La Gazzetta dello Sport”, per seguire l’allenamento della squadra dopo una ventina di giorni di assenza. È tornato alla vigilia della trasferta di campionato contro il Napoli, match valevole per la 30esima giornata di Serie A in programma per il posticipo di domenica sera allo stadio Maradona

Dove “Diavolo” era finito Zlatan Ibrahimović? Questa era la domanda che rimbombava in ogni angolo di Milanello e tra i cuori dei tifosi rossoneri. Dopo tre settimane di assenza, il gigante svedese ha finalmente fatto la sua comparsa, ma a quale costo? La sua presenza, sebbene accolta con entusiasmo, solleva degli interrogativi: accetterà il nuovo ruolo che gli è stato cucito addosso? È realmente pronto a relegarsi in un angolo, lontano dai riflettori che tanto ama?

Ibra torna, ma è solo un’illusione?

Zlatan è riemerso, ma la sua apparizione è accompagnata da un silenzio assordante. L’assenza prolungata del Senior advisor di RedBird da Milanello ha lasciato un vuoto incolmabile. Zero post sui social, nessuna dichiarazione ufficiale. Solo un’intervista su GQ e un post sui social riguardante la copertina del mensile, datato 25 febbraio, che sembra un’eco lontana in un momento di crisi per il club. Risulta un po’ strano, insolito e anomalo per uno che ha sempre fatto della comunicazione il suo marchio di fabbrica. La sua “latitanza” è stata una scelta strategica o un obbligo imposto dalle circostanze? Gli interrogativi si accumulano, mentre il Milan si prepara ad affrontare un momento cruciale della stagione.

Un leader messo da parte?

Intanto, l’a.d. del club rossonero, Giorgio Furlani, era volato negli Usa per incontrare il patron Gerry Cardinale. In quell’occasione sarebbero state ritracciate le gerarchie all’interno della società, e l’amministratore delegato aveva ottenuto totale fiducia e libertà d’azione da parte del patron. In questo modo Ibra, da sempre una figura carismatica e influente, è stato in qualche modo ridimensionato nel suo ruolo all’interno della società. Da “senior advisor” a figura marginale. È un paradosso che lascia i tifosi increduli. Come può un leader come Zlatan, che ha incarnato lo spirito del Milan, trovarsi ora relegato in un angolo? Le decisioni importanti, come la scelta di un nuovo direttore sportivo, sarebbero state prese senza di lui. Geoffrey Moncada e Furlani, i due protagonisti della dirigenza, sembrano aver preso in mano le redini, mentre Ibrahimović osserva da lontano. Ma è davvero tutto qui o c’è un piano più profondo?

L’assenza che pesa in casa Milan

La sua assenza non è solo fisica; è un’assenza che mina le fondamenta stesse del club. Che fine ha fatto quel Zlatan che sapeva galvanizzare la squadra, trasformando le difficoltà in opportunità? Ora, il vuoto che ha lasciato si fa sentire, e i tifosi si dividono. Alcuni chiedono a gran voce il suo ritorno, mentre altri sembrano non sentire la sua mancanza. È come se il Milan stesse perdendo la propria identità, un’identità che Ibrahimović ha contribuito a costruire. È possibile che la sua assenza stia minando la motivazione della squadra? La risposta sembra risiedere proprio nell’assenza di un leader.

La ricerca del direttore sportivo per il Milan

Igli Tare, il nome individuato da Ibrahimović per il ruolo di direttore sportivo, è ora in discussione. Come d.s. sembra infatti farsi largo ed essere in pole un altro nome: quello di Fabio Paratici. Ma senza il supporto di un leader carismatico come Zlatan, come può il progetto rossonero sperare di decollare? La mancanza di una figura forte in questo frangente è un segnale preoccupante. Lo stesso Ibrahimović aveva sottolineato di essere un partner legato a RedBird, ma ora appare come un’ombra di sé stesso. È possibile che stia prendendo le distanze da una situazione che non lo soddisfa? Le domande si moltiplicano e le risposte sembrano sfuggenti.

Il silenzio di un gigante

Cosa si cela dietro il silenzio di Ibrahimović? È stata solo una brutta e forte influenza stagionale che lo ha davvero tenuto lontano in questo periodo o c’è una volontà precisa di defilarsi? La sua assenza si è trasformata in un argomento di discussione tra addetti ai lavori e tifosi. È stanco? Deluso? O semplicemente in attesa di un momento migliore per riemergere? Il suo modus operandi è sempre stato diretto, senza fronzoli, ma ora sembra esserci un velo di mistero che avvolge il suo comportamento.

La pressione su Zlatan

La pressione su di lui è palpabile. La sua presenza era un’arma psicologica. Ora, l’assenza di questa figura chiave sta creando un vuoto incolmabile. Il club è in un momento cruciale, tra scelte strategiche e la necessità di ritrovare la propria identità. Ibrahimović, da figura centrale a ombra di sé stesso, è un cambiamento che preoccupa. La domanda è sempre la stessa: quale sarà il futuro di Ibrahimović e del Milan?

Il ritorno di Zlatan a Milanello non è solo una questione di presenza fisica, ma un campanello d’allarme per un club che si trova a un bivio. La sua figura è fondamentale, ma la sua accettazione di un ruolo secondario potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per il Milan, un’era in cui il gigante svedese potrebbe non essere più il protagonista dello spettacolo. Le prossime settimane saranno decisive. Il Milan avrà bisogno di un Ibrahimović forte e presente, non di un’ombra che si aggira per il centro sportivo. Sarà in grado di riprendere in mano le redini del gioco, o assisteremo a un capitolo finale di una carriera che ha segnato la storia del calcio?

Redazione Footbola

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