Il Napoli supera la prima verifica a pieni voti: 2-0 a domicilio al Milan, un risultato che legittima le ambizioni di una squadra che lascia San Siro con la sensazione di poter recitare da protagonista sino in fondo.
Serata nerissima per la squadra di Fonseca, che deve rimandare a data da destinarsi l’idea di coltivare sogni da scudetto. Vero che il tecnico portoghese si è avvicinato a questa sfida nelle peggiori condizioni possibili: non ha giocato a Bologna, si è portato dietro le squalifiche di Theo Hernandez e Reijnders e si è ritrovato Pulisic in condizioni non ottimali, ma è altrettanto innegabile che ha compiuto scelte discutibili. Ha scelto ancora una volta di lasciare in panchina Leao e cambiato per l’ennesima volta coppia centrale. Soluzioni che non hanno pagato. Il Milan, in generale, non ha giocato una brutta partita, ma la valutazione globale si lega per forza di cose al risultato. E in questa ottica, il Milan è andato regolarmente a sbattere contro il muro azzurro e lasciato spazio a occasioni che non si possono concedere a elementi come Lukaku e Kvaratskhelia. Il 2-0 lascia in eredità un divario sconfortante: rossoneri quasi doppiati dopo dieci giornate di campionato con più di un punto accumulato a giornata. A -11 dalla vetta è difficile coltivare sogni di gloria.
Il cielo è sempre più blu e l’orizzonte azzurro (a sfondo tricolore) per il Napoli di Antonio Conte. Il risultato cambia il senso della stagione, al di là del risultato. Prima vittoria in uno scontro diretto (entrambi giocati fuori casa) ottava vittoria in nove gare (cinque consecutive in generale). Questa squadra ha subito più gol all’esordio (tre, a Verona) che in tutto il resto del campionato. Segnali inequivocabili: Antonio Conte ha lavorato sui dettagli e le capacità individuali dei singoli. Il Napoli ha chili, centimetri, determinazione feroce che lo rende difficilmente scalfibile ed estremamente organizzato in ogni zona del campo. Trova sempre la via del gol grazie alla forza e alle intuizioni degli elementi più dotati dal punto di vista fisico e tecnico. Evidentemente c’è un lavoro e una filosofia diversa sia nella gestione del gruppo sia nel rapporto con i calciatori più rappresentativi. La fotografia è nelle sostituzioni: il Napoli ha tolto dal campo i due giocatori più importanti nell’ultimo quarto di gara a risultato ampiamente acquisito. Fonseca invece li ha inseriti nella speranza, più che nella convinzione, di recuperare il match.
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