Milan – Juventus lascia in eredità 90’ di gioco senza sconfitti e una grande incognita: quale sia il ruolo che le due big possano recitare in questo campionato. La sensazione, confortata dalla classifica, è che entrambe siano abbastanza lontane dall’idea di poter lottare per il titolo, con una sostanziale differenza. Fonseca è perennemente in bilico, mentre Thiago Motta gode di maggiore considerazione e indulgenza.
Milan di Fonseca luci abbaglianti e intermittenti
Il Milan è una squadra che gode di una fiducia a tempo determinato anche agli occhi dell’ambiente. La scollatura con i tifosi è evidente. Non è lo 0-0 in sé a scoraggiare, quanto un rendimento a intermittenza con più bassi che alti. La sensazione è che le luci, apparse contro Inter e Real Madrid, siano state lampi. Abbaglianti più che indicatrici di un solco che Fonseca, esattamente come Pioli, stenta a tracciare. Il mercato ha lasciato in eredità una rosa comunque incompleta, sebbene capace, in serate di particolare ispirazione dei singoli, di grandi imprese. Ecco perché il Milan sembra destinato a restare nel limbo di una stagione sospesa fra l’idea di poter raggiungere grandi traguardi e l’impossibilità effettiva di vincere, complice alcune questioni tecniche e tattiche rimaste tutto sommato irrisolte. Non a caso il Milan di Fonseca ha, sebbene con riflessi diversi, ha le stesse sembianze di quello di Pioli comunque capace di vincere lo scudetto. E il nuovo tecnico, come il suo predecessore, ha un credito esauritosi abbastanza rapidamente.
La Juventus di Thiago Motta, il nuovo che non avanza
Se il Milan piange la Juventus non ride. Thiago Motta è il nuovo che, come il suo collega rossonero, per ora, non avanza. Pareggiare a San Siro non è mai, in assoluto, un risultato da buttare, ma la sensazione è che sia una occasione sprecata più che colta, specialmente contro un Milan che anche Fonseca, per sua stessa ammissione, avrebbe fischiato. Il tecnico ha ritrovato la permeabilità difensiva dopo l’infortunio di Bremer, ma la coperta risulta ancora corta, specialmente in attacco. L’assenza di Vlahovic si è ovviamente fatta sentire, ma al netto della presenza dell’attaccante era lecito aspettarsi qualcosa di diverso, sicuramente di più, rispetto ai sette tiri in porta contro una squadra che ha subito 14 gol in 13 partite. Thiago Motta può ancora rivendicare l’imbattibilità in campionato, ma se i pareggi, (fra l’altro quattro volte con il risultato di 0-0) sono quasi quanto le vittorie e si ha solo il quinto attacco del campionato, qualcosa non torna anche perché il tentativo di affidarsi al falso nueve affidando il ruolo a Koopmeiners si è rivelato un esperimento negativo. Tuttavia, a differenza di Fonseca, Motta gode di molta più considerazione. Resta da capire sino a quando.Â