Se i concetti di Fonseca saranno stati definitivamente amalgamati dai giocatori sarà soltanto il tempo a dirlo, ma intanto il Diavolo ha qualche affanno in meno
Se la difesa deve ancora essere sistemata (una sola volta il Milan non ha preso gol nelle sei gare stagionali, contro il Venezia il 14 settembre), l’attacco è invece il reparto che funziona meglio. Il Diavolo ha segnato 11 gol (miglior reparto offensivo del campionato) con nove giocatori diversi. Due dati davvero importanti per una squadra attesa stasera nella gara di San Siro contro il Lecce per dare continuità al successo nel derby con l’Inter e dimostrare a tutti di aver risolto i problemi di inizio stagione. Con questi due numeri (va riconosciuto a Paulo Fonseca) che inizia a vedersi l’idea di gioco del tecnico portoghese. Certo, che i concetti siano stati definitivamente amalgamati dai giocatori sarà soltanto il tempo a dirlo, ma intanto il Diavolo ha otto punti in classifica, è tornato a far sua la stracittadina e ora ha qualche affanno in meno.
Con un attacco così si può anche stare tranquilli, anche se Morata dovrebbe partire dalla panchina per una borsite e al suo posto ci sarà Loftus-Cheek alle spalle di Abraham, sempre più leader di questa squadra per quanto fa mostra in campo e fuori dal rettangolo da gioco. C’è da aggiungere anche che il Milan non è mai rimasto a secco: ha iniziato il pieno di gol contro il Torino, una piccola aggiunta a Parma, poi ne ha fatti due alla Lazio, un poker al Venezia e altri due all’Inter. Senza dimenticare il sigillo dopo tre minuti realizzato da Pulisic contro il Liverpool, al debutto della nuova Champions.
Fonseca ha spesso cambiato gli interpreti in avanti in queste sei uscite stagionali tra campionato e coppa. Ma il risultato, appunto, non è mai cambiato. Morata contro il Torino ha trovato il primo gol stagionale, mentre sempre con i granata Okafor ha salvato il Milan dalla prima sconfitta stagionale con un gol al fotofinish. A Parma ha segnato Pulisic, all’Olimpico con la Lazio hanno colpito Pavlovic e Rafael Leao. Invece, con il Venezia sono andati a segno Theo Hernandez, Fofana, Pulisic e Abraham e con l’Inter sempre lo statunitense e Gabbia al minuto 89. Totale, come detto, 11 reti con nove giocatori diversi.
Sono proprio i movimenti offensivi a essere cambiati. Fonseca punta molto su pressing e verticalizzazioni veloci. Così facendo si può tagliare la difesa avversaria e sorprenderla. Però, giocando in questa maniera serve maggior equilibrio ed è necessario costruire una diga davanti alla difesa. Un qualcosa che si è visto meglio nel derby. Infatti, è su questo che la gara contro il Lecce deve dare risposte.
Infine, al Milan devono essere bravi a non creare un caso Rafael Leao. Il portoghese indossa la maglia numero 10, è il giocatore più rappresentativo ed è quello che quando sta bene, può fare la differenza. Anche se i tifosi non hanno più ammirato il giocatore del 2022, che trascinò la squadra al 19° scudetto, a +2 dall’Inter, dopo un duello incredibile che premiò i giocatori all’epoca allenati da Stefano Pioli, ora in Arabia Saudita all’Al Nassr di Cristiano Ronaldo.
Nel derby ha impegnato sì Sommer a inizio ripresa, poi ha fallito il raddoppio davanti allo svizzero in contropiede. Fortuna sua (e dei tifosi) che Gabbia ha insaccato il gol vittoria al minuto 89 per far sparire ogni tipo di rimpianto. Chissà se a Lecce Rafael Leao tornerà a fare Rafael Leao.
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