Il cooling break di Lazio – Milan è un caso più unico che raro: piuttosto che rinfrescare i giocatori e riordinare le idee, ha avuto l’effetto di una secchiata di acqua ghiacciata sui rapporti fra Paulo Fonseca, Leao e Theo Hernandez.
Le immagini non lasciano spazio alle interpretazioni. Leao e Theo Hernandez, esclusi dall’undici iniziale, durante la pausa per bere, restano scientemente e platealmente avulsi dal gruppo sottolineando, allontanandosi da Fonseca, il loro disappunto. Nel dopo partita il francese ha spiegato che non si può parlare di ammutinamento. Non avevano bisogno di bere essendo appena entrati. Una toppa che è anche peggio di un gesto plateale. Theo e Leao erano stati perfetti sino al gol. Rispondere sul campo è il modo migliore per legittimare la richiesta di una maglia da titolare. Quanto è accaduto invece è un segnale sbagliato per il gruppo: il francese e il portoghese hanno voluto mostrare i muscoli con un atteggiamento che tradisce, oltre alla mancanza di rispetto verso il tecnico delegittimato davanti al mondo intero in diretta TV, poca considerazione nei confronti del gruppo. Ammesso e non concesso, a questo punto, che al Milan si possa ancora parlare di unità di intenti.
La patata bollente, almeno quanto la sua panchina, è tutta, per ora, fra le mani di Paulo Fonseca. Il tecnico è in evidente difficoltà: premesso che se l’è anche cercata. Si è incartanto in scelte difficilmente comprensibili, se non legate a una visione fideistica delle proprie idee. Il Milan, a prescindere dal materiale umano a disposizione, prende gol sempre allo stesso modo. Con queste premesse la sua posizione, già indebolita, diventa ancora più complicata specialmente se il resto del gruppo non lo difenderà. In questo senso, ciò che fa riflettere, al netto del gesto di Leao e Theo Hernandez, è l’atteggiamento del resto dei componenti di chi è in campo. Nessuno richiama i due “menefreghisti”. L’allenatore allarga le braccia a metà fra l’indispettito e lo sconsolato. Quanto basta per alimentare il sospetto che il gruppo, sommessamente, dia ragione ai due ammutinati e rafforzare l’idea di un Fonseca scaricato da uno spogliatoio già sfuggitogli di mano.
Mai come adesso, servirebbe un collante, un uomo in grado di avere abbastanza influenza per far convergere rancori e ragioni sotto il tetto del bene comune. E ci sarebbe anche. È Ibrahimovic, assunto proprio per ricoprire questo ruolo e unico, in società, in grado di sopperire alle carenze di Fonseca. Lo svedese, però, chiuso il mercato, è in vacanza. È idea comune che con lui in campo o in tribuna, quanto accaduto non si sarebbe verificato, anche se è altrettanto innegabile il rumore legato alla sua assenza in una situazione così complicata
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