Una rondine non ha fatto primavera. Il Milan, contro il Liverpool si regala qualche minuto per sognare prima di tornare alla durissima realtà a suon di schiaffoni: passa in vantaggio ma è raggiunto e ribaltato dai reds. È notte fonda al Meazza, dove a fine partita i tifosi perdono la pazienza e scatta la contestazione a una squadra troppo brutta per definirsi tale.
La sfida di San Siro ha sentenziato i padroni di casa. Al netto del risultato, il Milan è apparso in enorme difficoltà. Continua a prendere gol sempre allo stesso modo, non costruisce gioco, non ha soluzioni alternative, nessuno che si prenda la responsabilità delle proprie azioni ,nel senso più calcistico del termine. Sommando i fattori, ecco l’ennesima prova negativa. Le parole di Fonseca, assolutamente sincere, suonano comunque come un campanello d’allarme. Il tecnico portoghese ha affermato che i reds sono più squadra del Milan. La sua, che ancora squadra evidentemente non è, ha perso compattezza anche dal punto di vista emozionale. Se possibile, è ancora più grave, anche perché il nuovo corso di rossoneri e inglesi è iniziato con pochissimi giorni di differenza.
Fonseca ha più volte posto l’accento sulla sfera emozionale. Il Milan, su questo aspetto, è indietro, ma di parecchio, sia per atteggiamento sia per approccio. Premesso che contro il Liverpool, una delle corazzate della competizione, si può anche perdere e al limite anche subire tre gol, il problema è da ricercare in un gruppo che non solo non dà la sensazione di essere uscito dal tunnel, ma appare anche scollato da sé stesso, quasi rassegnato alla sconfitta come se fosse un evento quasi inevitabile. Inaccettabile che una squadra viva un ko come fosse l’ineluttabile: non a caso sono piovuti sonori fischi.
Il 4-0 al Venezia è già un lontano ricordo. La partita, quella vera, con tutto il rispetto per una squadra che se concede 4 gol in 30’ qualche problemino ce l’ha, era quella contro il Liverpool. E lascia in eredità che il poker servito ai lagunari sia stato agevolato da un avversario in evidente difficoltà. Contro i reds era lecito attendersi dei progressi, se non altro sulla scia dell’entusiasmo generato dalla prima vittoria in campionato, ma i limiti strutturali e tecnici, comprendendo anche chi è alla guida del progetto, appaiono evidenti. Fonseca è arrivato per cambiare profondamente il Milan e il suo modo di giocare ma sinora i risultati non gli danno ragione. Ha ancora del tempo, ma la sensazione è che non sia ancora moltissimo.
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