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Milan, Fonseca si arrabbia con l’arbitro ma i problemi sono altri

Il Milan esce sconfitto, arrabbiato e ridimensionato da Bergamo. Sconfitta che pesa nell’economia e nelle ambizioni del campionato: il ko contro l’Atalanta riduce sensibilmente le possibilità di disputare un campionato di vertice. Fonseca si arrabbia con l’arbitro e parla di mancanza di rispetto nei confronti dei rossoneri, ma i problemi sono da ricercare anche altrove. A inizio dicembre già a -12 dalla vetta.

Fonseca e Leao, scelte depotenzianti per il Milan

Lo sfogo di Fonseca è pesante, la sua esplosione è impattante, ma al netto di un arbitraggio discutibile in alcune dinamiche, il Milan ha dato la sensazione di una squadra depotenziata da scelte a volte troppo conservative. Basti pensare all’azione del gol rossonero: non è un caso che arrivi da un movimento di Leao alle spalle dei difensori dell’Atalanta, ovvero quando lavora da esterno d’attacco. Il portoghese, schierato dal suo connazionale come seconda punta, perde parecchio in incisività. Avrebbe anche le caratteristiche per giocare accanto a Morata, ma per riuscirci al meglio deve fare un salto di qualità, sapersi muovere nel traffico, gestire poco spazio. Una posizione che poco si adatta alle caratteristiche del portoghese, collocato in quella zona di campo per non sacrificare Musah, considerato l’equilibratore tattico. In questo contesto, trovare un nuovo modulo, significherebbe cambiare spartito per la quarta volta. E perdere di conseguenza credibilità.

Milan, manca la continuità

Al netto dell’arbitraggio e delle recriminazioni, c’è anche una questione di carattere. Il Milan è una squadra che dà la sensazione di non avere mai troppa e piena fiducia in sé stessa. In particolare è mancato dove serviva fare del male. Ovvero fra le linee. Assente ingiustificato Reijnders, specialmente quando i ritmi si sono abbassati e la qualità dei singoli avrebbe dovuto fare la differenza. La sfida di Bergamo, al dunque, conferma pregi e difetti di una squadra che manca, a qualsiasi livello, di continuità. Sia nella striscia di risultati, sia all’interno della stessa partita. Il Milan è capace di trovare il gol in qualsiasi momento allo stesso modo come è in grado di subirlo. La qualità è medio alta, ma resta l’incognita legata a un rendimento alternato che può regalare serate indimenticabili con quelle del derby o del Bernabeu, per poi tornare a fare un passo indietro. E alla fine è la somma che fa il totale: i tanti, troppi i punti di distacco dal vertice, anche con una gara da recuperare non possono essere solo frutti di torti arbitrali. Serve un esame di coscienza, una maturazione collettiva, prima che anche la corsa per un posto in Champions diventi in salita. 

 

 

 

Pasquale Luigi Pellicone

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