Dopo l’addio di Calhanoglu (un cecchino in questo senso), qualche difficoltà il Diavolo l’ha avuta, ma ora la tendenza si è invertita
Il Milan di Paulo Fonseca non sbaglia più un colpo sui calci piazzati, nonostante le difficoltà di inizio stagione con un andamento altalenante, l’ammutinamento dell’Olimpico di Rafael Leao e Theo Hernandez, le intemperanze del terzino francese (al quale il club di via Aldo Rossi deve assolutamente togliere la fascia di capitano) e la questione rigoristi esplosa a Firenze durante il match contro la Fiorentina quando Theo Hernandez (ancora lui) e Abraham si sono fatti ipnotizzare da de Gea negli 11 metri.
Però, sui calci piazzati la notizia è buona. Dopo l’addio di Calhanoglu (un cecchino in questo senso), qualche difficoltà il Diavolo l’ha avuta, ma ora la tendenza si è invertita e da un anno il Milan è tornato a far paura sulle palle inattive. Qualche dato per la serie A: nell’ultima stagione di Stefano Pioli, i rossoneri hanno segnato 14 gol da sviluppi di calcio d’angolo e in questa stagione ha già esultato quattro volte da palla ferma, contro i sette centri di tutta la stagione 2022-23. Un grande miglioramento da parte del Diavolo.
Ma perché tutto questo accade? Cosa è stato migliorato? Partiamo dalle basi: il Milan ha due centrali, Gabbia e Pavlovic, che quando vanno a saltare sono sempre pericolosi. Matteo ha segnato di testa anche il gol più triste dell’ultimo anno milanista, a Roma in Europa League a qualificazione già svanita. Oltre, ed è legittimo ricordarlo, il gol di testa – sugli sviluppi di una punizione di Reijnders – nel derby a un minuto dalla fine, che ha fatto esultare i rossoneri in una sfida contro l’Inter dopo averne persi sei di fila.
Poi ci sono i piedi di quei cross li fa. Che sono eccezionali. Basti pensare alle qualità di Pulisic, che ha dato una spinta a questo Milan e non solo in termini di gioco e gol. Senza dimenticare, appunto, Reijnders, un altro con un ottimo piede e una buona visione di gioco. Quando il pallone viene buttato in mezzo, oltre a Gabbia e Pavlovic, ci sono anche Tomori, Morata e Abraham.
Certo, le soluzioni variano da corner a corner (o da punizione a punizione), ma il Milan non cerca lo scambio, non batte corto a sorpresa: la palla cade quasi sempre vicino al primo palo. L’esempio perfetto, a dire il vero, è la rete firmata da Fofana con il Venezia, gara vinta 4-1 dai rossoneri un mese fa, il 14 settembre. Al centrocampista francese è bastato deviare la palla per mettere in difficoltà Joronen. Tutto facilitato dal fatto che Morata sta spesso sul primo palo.
Se con i rigori sono tanti, tantissimi, i problemi del Diavolo, va meglio (molto meglio) con le punizioni. Come, ad esempio, il già citato sigillo di Gabbia nel derby contro l’Inter grazie al cross in area di Reijnders. Quando l’olandese comincia la rincorsa, Gabbia attacca l’area e diventa il primo milanista ad andare sul pallone. La traiettoria è perfetta, la girata anche e il Milan batte l’Inter.
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