Nella vita gli esami non finiscono mai: e il Milan di Paulo Fonseca ne deve superare uno ben più complicato, se possibile, del derby. Riuscire a dare continuità di rendimento alla sua squadra e uscire indenne fra Cardinale e fuoco amico.
La sensazione è che il tecnico portoghese, come spesso è accaduto nella sua esperienza italiana, sia riuscito a tornare a galla dopo essere stato con un piede e tre dita nel fondo. Tornare a vincere un derby è, risultati alla mano. per ora, solo un exploit, se la squadra non si ripeterà contro il Lecce. Una partita che, mentalmente, è ancora più difficile da preparare del derby. Sottovalutarla è il modo migliore per ritrovarsi nuovamente nei guai. Quella contro l’Inter è una sfida che si prepara da sola. Si gioca dando il 120% senza andare alla ricerca di risorse nervose. Il calo di tensione, anche questa una costante della carriera di Fonseca in Italia, è probabilmente quel che attende il fuoco amico, costretto, più che convinto, alla tregua. Lo scollamento fra il tifo e un allenatore che non ha ancora acceso i cuori rossoneri è ancora percepibile. Così come ciò che divide la tifoseria rossonera dalla proprietà americana. La vittoria contro l’Inter sembra aver solo rimandato un confronto che alla distanza appare comunque inevitabile. Anche Gerry Cardinale ci ha messo del suo: le sue dichiarazioni hanno scavato, se possibile, un solco ancora più profondo.
Fonseca non è stato promosso: solo rimandato. E settembre, mese storicamente deputato agli esami di riparazione, dirà molto, se non tutto sulla sua permanenza a Milano. Lecce, Leverkusen e poi Fiorentina sono tappe fondamentali per capire se il Milan ha davvero imboccato il percorso verso la rinascita tecnica o se il derby, come sostengono i detrattori di Fonseca, più che altro, lo ha perso Simone Inzaghi. La sfida contro il Lecce, in questo senso, è particolarmente insidiosa perché difficilmente il Milan troverà la squadra che ha lasciato il passo al Sassuolo in Coppa Italia. Sconfitta che sa di scelta, per concentrarsi esclusivamente sul campionato. Gotti non è uno degli ultimi arrivati e il suo calcio è il peggiore possibile da incrociare per un Milan che ama specchiarsi oltre che incidere. Non basterà comunque vincere: occorrerà dimostrare unità di intenti, personalità e attenzione. I tre punti sono largamente alla portata, poi però servirà tornare a vincere anche in Champions e completare il lavoro con la Fiorentina altrimenti la critica, nascosta e sopita, tornerà a farsi sentire.
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