Il terzino, sbarcato a Milanello nel 2019, sarà fermo due turni e tornerà in campo il 29 ottobre contro il Napoli
È il momento più basso dell’avventura di Theo Hernandez con il Milan. Una storia iniziata nel 2019. Prima l’ammutinamento con Rafael Leao del 31 agosto, durante il cooling break all’Olimpico contro la Lazio, poi il rosso folle al termine della sconfitta del 6 ottobre in casa della Fiorentina. Proteste ed espulsione, con la fascia di capitano sul braccio, che gli sono costate due giornate di squalifica e la multa del club di via Aldo Rossi (a dire il vero, il Diavolo multa sempre i suoi giocatori se vengono espulsi per proteste). Quindi, il terzino francese è stato fermato per “una critica gravemente irriguardosa e più volte ripetuta nei confronti del direttore di gara” e si rivedrà in campo il 29 ottobre con il Napoli.
Insomma, per Theo Hernandez (nonostante i due gol firmati) non è proprio un buon momento. Il francese non sta trascinando la squadra come dovrebbe (così come Rafael Leao) e non sta dando l’esempio, pur essendo il capitano (anche perché Calabria è out). Il suo contratto è in scadenza nel 2026 e ha già gli occhi di molti club su di lui. In primis, la Juventus.
La richiesta iniziale dell’agente del calciatore al Milan è stata superiore agli otto milioni di euro netti più bonus, quasi il doppio dello stipendio attuale (quattro milioni e mezzo). Anche se ci sarebbero i vantaggi del Decreto Crescita, attivato nel 2019 al momento del suo sbarco a Milano, si tratta comunque di tanti soldi. Una cifra che i rossoneri non hanno nessuna intenzione di concedergli. Il più pagato in rosa, al momento, è Rafael Leao. Il portoghese guadagna sette milioni di euro e in via Aldo Rossi possono dare al francese sei milioni. Quindi, nonostante la fiducia mostrata al mondo da Zlatan Ibrahimovic, le parti sono lontane. E anche tanto.
La sensazione è, infatti, che Theo Hernandez non sembra avere fretta di arrivare alla fumata bianca. Tanto che durante l’Europeo giocato con la Francia si era lasciato scappare una frase da non sottovalutare: “Se resto a Milano? Lo vedremo più avanti”. Poi corretto dopo il gol al Lecce del 27 settembre con: “Sono molto felice qua. La gente e la squadra mi vogliono bene. Per me è la cosa più importante”.
In realtà, al Milan le idee sono chiare riguardo al terzino: il rinnovo se lo deve meritare sul campo. Come detto, Ibrahimovic ad agosto aveva usato parole cariche di fiducia: “Stiamo parlando. È tutto sotto controllo, tutto ok”. Però, appunto, la situazione non è proprio così tranquilla. E a Firenze, da non dimenticare c’è stato anche il caso dei rigori. Deve tirarli Pulisic, ma il primo lo ha tirato (e sbagliato) il francese.
Dopo le urla, nello spogliatoio di Paulo Fonseca, nella ripresa il secondo penalty lo ha tirato (e sbagliato) Abraham con tanto di pallone consegnato da Tomori. In quel momento lì Theo Hernandez non ha fatto le veci dell’allenatore imponendo Pulisic. E il Milan ha sprecato un’altra grande occasione buttando via tre punti e non agganciando l’Inter a 14 punti, a due lunghezze dal Napoli. Serve un cambio di rotta. In primis, proprio da Theo Hernandez.
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