Il Milan per il post Pioli punta deciso su Julen Lopetegui. Ma qual è stata la carriera dell’ex portiere spagnolo?
Figlio di un famoso sollevatore di pietre, un tipico sport basco, la carriera di Julen Lopetegui, sia come portiere che come allenatore o commentatore televisivo, è stata caratterizzata da momenti alti e bassi, successi e fallimenti, trionfi e delusioni. Nato ad Asteasu nel 1966, muove i suoi primi passi nel calcio nel ruolo di portiere nella Real Sociedad, dove arriva a militare nella seconda squadra, la Real Sociedad B, nella segunda division B.
Non riesce tuttavia a esordire in prima squadra, dove è chiuso da portieri quali Luis Arconada, José Luis Gonzàlez Vàzquez e Agustin Elduayen. Passa poi al Castilla, la seconda squadra del Real Madrid, prima dell’avventura a Las Palmas, dove finalmente trova un posto da titolare, per poi tornare con i Blancos, dove sarà il terzo portiere e in tre anni collezionerà una sola presenza. Nel 1991 passa al Logroñés, dove troverà anche la sua prima convocazione in Nazionale, prima dell’esperienza a Barcellona (dove passa da secondo a terzo portiere), per poi chiudere la carriera al Rayo Vallecano.
Proprio al Rayo muoverà i primi passi come allenatore, prima di tornare ancora al Real, inizialmente nelle vesti di osservatore, poi nella stagione 2008/2009 alla guida del Castilla. Gli anni successivi saranno al timone delle nazionali minori: 2010-2013 l’under 19, 2010-2013 under 20 e 2013/2014 l’under 21. Dal 2014 al 2016 arriva la grande occasione al Porto, fino ad arrivare alla nazionale maggiore l’anno successivo. Ma questa è tutt’altra storia…
Uno degli episodi più significativi nella storia di Lopetegui è stato sicuramente l’inaspettato e surreale addio alla nazionale spagnola a soli tre giorni dall’inizio della Coppa del Mondo del 2018. Lopetegui era stato incaricato nel 2016 di rivitalizzare una Spagna in declino sotto la guida di Vicente Del Bosque e aveva compiuto un lavoro straordinario, portando la Roja in Russia con una serie di risultati positivi: 4 pareggi e 16 vittorie, inclusa la dolorosa (per noi) sconfitta per 3-0 contro l’Italia al Bernabeu nel settembre 2017, che ha condannato gli italiani ai playoff contro la Svezia, e sappiamo tutti com’è andata a finire…
Tuttavia, alla vigilia del Mondiale, fu improvvisamente licenziato dal presidente federale Luis Rubiales perché il Real Madrid aveva annunciato un accordo con lui, che sarebbe partito non appena la competizione fosse terminata. Lopetegui lasciò Krasnodar devastato e incredulo. Aveva appena rinnovato il suo contratto con la federazione spagnola, ma Rubiales lo considerò un tradimento. Il tecnico non aveva resistito alla tentazione del Real Madrid, dove era cresciuto come giocatore, tornando poi come osservatore e allenatore delle giovanili durante l’era di Ramon Calderon.
La Spagna fu così quindi affidata a Fernando Hierro e fu eliminata negli ottavi di finale dalla Russia. Lopetegui fu presentato al Bernabeu in una situazione già complicata di per sè e fu licenziato poco più di quattro mesi dopo, dopo una sconfitta per 5-1 contro il Barcellona. In poche settimane, Lopetegui perse tutto: una nazionale in grande forma e il Real Madrid, che lo aveva sedotto e poi abbandonato.
L’estate successiva segnò un’altra svolta nella carriera del tecnico basco, quando sposò il progetto del Siviglia. Monchi, tornato al club dopo la sua esperienza a Roma, scommise su di lui per guidare una squadra che stava vivendo una profonda trasformazione, con l’arrivo di ben 15 nuovi giocatori. Lopetegui si mise al lavoro e portò il club al quarto posto in campionato e alla vittoria in Europa League contro l’Inter, meritando il premio come miglior allenatore della Liga. Il suo contratto fu rinnovato fino al 2024, ma fu esonerato nell’ottobre del 2022, che fece seguito una serie di esoneri vissuti anche al Rayo Vallecano e al Porto, oltre che, come detto, al Real Madrid. Passò poi al Wolverhampton, conducendo la squadra dal penultimo al 13° posto in classifica in Premier League, prima di dimettersi l’estate successiva.
Lopetegui è considerato un grande rappresentante della scuola basca, nota per il suo gioco offensivo, il possesso palla e la pressione alta, caratteristiche che riflettono il Dna del calcio spagnolo. Ha contribuito a mettere in luce il talento di giocatori come Isco e David Silva, creando una Spagna veloce e avvolgente. Al Siviglia, ha dimostrato la sua grande duttilità tattica, adattandosi a diversi stili di gioco e guidando la squadra al successo in Europa. Lopetegui è un sostenitore del talento individuale dei giocatori e crede che il compito degli allenatori sia solo quello di aiutarli a esprimersi al meglio.
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