E’ bastata una sola stagione, a Mikael Stahre, per far innamorare e farsi odiare allo stesso tempo da Göteborg. Siamo nel bel mezzo del Västra Götaland, 500mila persone nel centro e quasi un milione contando quella parte di zona che a Parigi chiamerebbero banlieu. Là dove non si tifa per l’IFK, e neppure per il GAIS, c’è spazio per un sottile filo giallonero che collega il Bollklubben a Göteborg, ed è sottile perché la società presieduta da Anders Billström non è proprio di Göteborg ma di Hisingen, isoletta che però ne dipende a livello amministrativo. Dicevamo, però, di Stahre. E’ notizia recente la decisione del tecnico di rompere il contratto che lo legava all’Häcken, dopo un solo anno di lavoro che, visto da fuori, è certamente positivo.
“Quando Mikael è venuto da noi e ha detto che ci avrebbe lasciato per un altro club, siamo rimasti incredibilmente delusi dalla sua decisione” ha commentato il ds del club Sonny Karlsson, non nascondendo un velo di rancore. Il BK Häcken era felice della conduzione tecnica ma pare che a monte vi sia stata, oltre a qualche incomprensione con la società, pure un’offerta arrivata dalla Major League Soccer. Non è un caso che poco dopo i San José Eartquakes abbiano annunciato Stahre sul loro sito. Ed eccolo lì improvvisamente, il 42enne di Stoccolma, davanti alle telecamere del nuovo club: “Sono molto orgoglioso di essere il nuovo allenatore, darò tutto quello che ho“. Accanto a lui il dg Jesse Fioranelli, che si permetteva così di dipingere un profilo del mister: “Siamo entusiasti che Michael si unisca al club, non l’hanno contraddistinto solo i titoli conquistati e la sua continuità, ma anche la sua capacità di identificarsi con i nostri giocatori, gli allenatori e, soprattutto, i nostri obiettivi”.
Era il 1989 quando un giovanissimo Mikael Lennart Tage Stahre allenava già. Vi chiederete come sia possibile, visto che a quel’età era solo un bambino di quattordici anni, eppure il Gröndals IK si fidava di lui. La carriera di questo evidentemente predestinato tecnico è cresciuta in fretta: giovanili dell’Hammarby, poi pari categoria all’AIK (1998 a 23 anni). E nel 2004, mentre i grandi retrocedevano mestamente in Superettan, il signor Stahre festeggiava beatamente il campionato vinto coi ragazzini. Scontato l’approdo come collaboratore tecnico della prima squadra, dal 2006 al fianco di Rikard Norling poi dal novembre 2008 in solitaria dopo l’esonero di Norling. La poca esperienza si paga con una scottatura, ed è così nella maggior parte dei casi. Ma Stahre era già sufficientemente temprato per queste pressioni: l’anno prima aveva portato in Superettan il Väsby United, mentre quell’anno sarebbe stato trionfale. Doblete al primo colpo, centro non da tutti: era l’AIK di Mauro Óbolo, 9 reti in Allsvenskan e a segno anche nella finale di Svenska Cupen, quell’anno.
Era dal 1998 che l’AIK non festeggiava qualcosa, dunque l’imbarazzo della scelta ben andava a riempire le tasche di Stahre con una gratitudine che però dovette far fronte alla voglia di cambiare aria. La Grecia, il Mediterraneo, la periferia di Atene: Nea Smyrne, il Panionios, matrimonio con l’Istorikos che però durerà dal 26 aprile al 28 ottobre 2010. Sei mesi brutti, immediato ritorno in Svezia per fortificare il proprio curriculum dopo la batosta ellenica. In Svezia, dove la gente ancora lo ricordava come il tecnico del doblete giallonero, c’era l’IFK Göteborg in cerca di un tecnico per il 2012. Saranno anni positivi: un settimo posto, un terzo posto e un secondo posto nel 2014, quando la dirigenza comunicava di aver rotto il rapporto col Stahre. La Svenska Cupen del 2013 andava peraltro a certificare l’attitudine del mister al successo: finale in casa dell’AIK, alla Friends Arena di Solna, vittoria ai rigori contro il Djurgårdens IF. A questo punto, forte della vittoria in Coppa, ecco Mikael tentare un’altra avventura oltreoceano: nel gennaio 2015 lo aspettava il Dalian Yifang, in Cina, per centrare promozione in massima divisione. L’allenatore svedese mancherà il target per due punti, venendo confermato dalla dirigenza ma fallendo anche il secondo anno. Così, nel luglio 2016, per Stahre si spalancavano le porte dell’esonero.
Ed era il 14 novembre 2016 quando l’Häcken lo annunciò. Le soddisfazioni sono state tante (quarto posto, prima di Östersund e Norrköping), 14 vittorie su 30 partite, una media punti di 1,73 a gara e un attacco atomico. Le 30 reti stagionali equamente distribuite tra i tre tenori Mohammed, Paulinho e Kamara sono un gran bottino, non contando le 7 realizzazioni di Yasin. Ma il successo principale sta nel recupero di Alexander Farnerud, ex Torino, uno che Stahre conosce bene. Fu proprio Farnerud a segnare il rigore decisivo a Solna, contro il Djurgårdens. Non è un caso che si sia incontrato nuovamente con Mikael Stahre…
Se non si dovesse trovare una quadra per la prossima stagione il mister di Testaccio…
L’olandese ex Bologna sta ritrovando spazio allo United, ma per l’estate due club di Serie…
Vigilia di Natale, non una qualsiasi. È quello dell’apertura della Porta Santa che per i…
L’Inter di Simone Inzaghi non brilla contro il Como ma non le serve molto per…
Denzel ha pubblicato delle stories su Instagram, permettendo ai suoi follower di vivere in tempo…
L’argentino finisce nelle mire dell’Inter, ma il Real Madrid ha ancora una corsia preferenziale: ecco…