L’Olanda ha sempre avuto grandissimi attaccanti nella propria storia e il gioco offensivo è stato un mantra al quale gli Oranje non hanno mai voluto rinunciare. Tra questi attaccanti straordinari del piccolo Paese del nord Europa vi è sicuramente Ruud Van Nistelrooy, centravanti che in carriera ha realizzato quantità incredibili di gol diventando sempre un fattore determinante per tutte le squadre nelle quali ha giocato.
Nato a Oss crebbe calcisticamente nel piccolo Den Bosch e da ragazzino non era riuscito a colpire i grandi squadroni della nazione, tanto che fino a ventun’anni giocò nella seconda divisione prima di passare all’Heerenveen. Si dimostrò ottimo centravanti anche se per molti non era proprio adatto al grande calcio, ma il Psv Eindhoven gli diede l’opportunità di mettersi in gioco ad alti livelli e non perse l’occasione della vita segnando enormi quantità di reti. Un grave infortunio gli fece perdere l’Europeo del 2000 e ritardò di un anno il suo passaggio al Manchester United, ma con i Red Deviles divenne decisivo per il trionfo in campionato del 2003. Il passaggio a trent’anni al Real Madrid fu ancora ampiamente positivo diventando anche per due volte campione di Spagna, prima di subire un altro problema fisico che lo portò a chiudere con Amburgo e Málaga.
Con l’Olanda fu grande protagonista soprattutto nell’Europeo, dato che l’assenza della nazionale dal Mondiale 2002 e gli acciacchi del 2010 gli permisero di giocare nel massimo torneo internazionale solo nel 2006. Anche a livello continentale la sua avventura iniziò in modo molto difficoltoso saltando per infortunio l’edizione casalinga del 2000 e per questo motivo aveva grande voglia di rifarsi nel 2004 in Portogallo. Gli Oranje vennero inseriti in un girone molto complicato e nella gara d’esordio contro la Germania la situazione si stava facendo complicata con il Mannschaft in vantaggio fino a pochi minuti dal termine. Nel finale di partita però fu Van Nistelrooy a girare da campione il cross dalla destra di Van der Meyde anticipando la stretta marcatura di Wörns per l’1-1 definitivo. L’esordio era stato subito bagnato con un gol e anche nella seconda gara del girone non mancò l’appuntamento con la rete. Con la Repubblica Ceca Arjen Robben era indemoniato e mise al proprio centravanti la perfetta e comoda palla per il 2-0, ma al novantesimo il mondo si era ribaltato con i cechi che vinsero per 3-2. Per l’Olanda era dunque fondamentale vincere l’ultima partita contro la Lettonia e non poté far altro che aggrapparsi al proprio straordinario centravanti che già nel primo tempo segnò prima l’1-0 quando dal dischetto spiazzò Koļinko e poi raddoppiò ribadendo in rete una sponda aerea di Cocu per il raddoppio. Con quattro reti nelle prime tre gare del girone si stava imponendo con un bomber eccezionale, ma ai quarti di finale rimase a bocca asciutta contro la Svezia, dove realizzò solamente uno dei rigori decisivi nella lotteria finale per poter passare il turno dopo lo 0-0 dei centoventi minuti, mentre con il Portogallo arrivò una dura eliminazione.
A trentadue anni era ormai consapevole che il 2008 sarebbe stata la sua ultima occasione per poter vincere un titolo rilevante e guidato da un grande maestro come Marco Van Basten in versione Commissario Tecnico voleva rinverdire i fasti del 1988. Ancora una volta la nazionale olandese venne inserita all’interno di un girone sulla carta infernale contro le due finaliste dell’ultimo Mondiale, ma le gambe non tremarono soprattutto al grande Ruud che sbloccò il risultato nella gara d’esordio contro l’Italia deviando da pochi passi una conclusione di Sneijder per la rete del vantaggio che diede il via allo straordinario 3-0. Non segnò contro la Francia, ma il largo 4-1 gli valse una giornata di riposo nell’inutile ultima partita contro la Romania prima di tornare in campo nei quarti di finale per la delicata sfida alla Russia. Le prestazione mostrate dai ragazzi di Van Basten davano grandissime speranze, tanto che in molti ormai la consideravano come la grande favorita. Mai fidarsi però di una vecchia volpe come Guus Hiddink e il tecnico dell’Armata Rossa fu assolutamente perfetto nell’impostare la partita, ma quando la vittoria sembrava ormai a un passo ecco la zampata del killer. Sneijder calciò una punizione dalla trequarti e Van Nistelrooy allungò la testa buttandosi in tuffo mettendo la palla all’angolino per l’1-1 che permetteva di portare la partita ai tempi supplementari, ma la Russia ritrovò le forze e vinse per 3-1.
Anche all’Europeo è stato in grado di mantenere una media gol altissima, ben sei reti in sole otto partite totali risultando sempre l’uomo in più per un’Olanda molto bella, ma poco vincente.
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