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Mezzo milione a Zagabria: “Hvala ti Hrvatska!”

Veličanstveni doček è la definizione figurativa, in croato, di una meravigliosa accoglienza. Un entusiasmo dilagante e divampante, per le strade anguste di Zagabria così come in tutto il paese, ardente per salutare i Focosi, Vatreni, i 23 (pardon, 22 più Nikola Kalinić) atterrati dalla Russia senza la coppa ma con un secondo posto che riempie il cuore d’orgoglio. Dal 1991, quando cioè è nata ufficialmente la reprezentacija, avevano vissuto notti come quelle russe solo in sogno o, in misura leggermente minore, col terzo posto a Francia 1998. Miglior risultato di sempre per una debuttante, fu in quell’occasione. Oggi, che le reti di Davor Šuker sono quantomeno pareggiabili alla classe di Luka Modrić, eletto miglior giocatore del torneo, tutta la Croazia doveva festeggiare.

Nella piazza dedicata al conte Josip Jelačić, la squadra è arrivata dopo una marcia di cinque ore e mezza partita dall’aeroporto Dr. Franjo Tuđman. Qui, alle 15.30 locali, l’Airbus 319 della Croatia Airlines aveva convogliato l’energia positiva di un popolo tramutatasi nell’unisono canto di Lijepa naša domovino, l’inno nazionale che Antun Mihanović compose col titolo di Horvatska domovina. L’uragano attendeva i calciatori direttamente nel centro di piazza Jelačić, con mezzo milione di persone inneggianti soprattutto Zlatko Dalić, che visibilmente commosso ha dovuto cedere alle lacrime: “Non siamo campioni, ma la gente ha riconosciuto che abbiamo dato il massimo”. A fargli da risposta, un lungo applauso e il coro “Campioni, campioni!”. Stando alle stime della polizia Zagabria s’è condensata in un cumulo di 300mila persone nel centro e almeno 200mila lungo il tragitto. I medici sono intervenuti in 80 casi, principalmente dovuti alla disidratazione, la polizia ha arrestato due tifosi che avevano esagerato nella loro esultanza. Dulcis in fundo, alle 21 ore locali, la squadra s’è presentata sul palco di piazza Jelačić.

Urge a questo punto una premessa, perché la festa era attesa e comunque preventivata. Il secondo posto a Russia 2018 è il risultato più prestigioso per la nazionale croata in tutta la sua (pur breve) storia, cominciata nel 1998 con la Francia campione e oggi separata da allora per mezzo di un ventennio appassionante, colmo di soddisfazioni e orgoglio. Lo stesso che ha accolto i Vatreni all’aeroporto, con tanto di cerimonie organizzate dall’aeronautica militare croata (HRZ) con un elicottero ornato da una bandiera a scacchi. Una volta in piazza, il giornalista sportivo Viki Ivanovic ha raggiunto Robert Prosinečki in centro a Zagabria e il tumulto non s’è arrestato. L’arrivo dei calciatori, sventolii di bandiere, canzoni popolari. Il Presidente della Repubblica aveva già ufficializzato come sarebbe stato impossibile consegnare i riconoscimenti a calciatori e staff. Rimandate le onorificenze, non certo la festa: Instagram già pullulava di contributi, con Ćorluka nei panni di regista e il duo Kovačić-Brozović addormentato con in sottofondo un brano di Jasmin Stavros.

Il capitano di volo Darko Belančić ha organizzato un’esibizione con le frecce croate, dicendosi onorato di poter congratularsi con la squadra per quanto mostrato al Mondiale, mentre l’emittente croata HRT continuava a riprendere l’epicentro dei festeggiamenti. “Najbolje od najboljeg” avrebbero scritto nella loro edizione online, ovverosia “il meglio del meglio”, e in effetti le telecamere di lì a poco avrebbero immortalato Vedran Ćorluka passeggiare per il quartiere di Zagabria di cui è originario, Sloboština. A dirigere la gesta sul palco di piazza Jelačić sono stati soprattutto capitan Modrić e il ct Zlatko Dalić: il primo ha spiegato come lui e i compagni abbiano realizzato il loro sogno, invitando un ragazzo affetto da sindrome di Down (che vestiva la sua maglia numero 10) a raggiungerlo sul palco. Il secondo ha preso la parola (“Non ho parole per dirvi quello che avete fatto”) salvo venir interrotto da una folla festante (“Zlatko, ti vogliamo bene”) e riprendere: “In Russia abbiamo giocato per voi, per tutta la Croazia, tutti i croati in Bosnia-Erzegovina, quelli della diaspora, per i nostri veterani. Non siamo campioni, vice-campioni, però si deve riconoscere che abbiamo fatto del nostro meglio“. Poco dopo, sul suo profilo Instagram, ecco comparire “Hvala ti Hrvatska – nikad nisam bio ponosniji u životu!”. Tradotto: “Grazie, Croazia – non sono mai stato più orgoglioso nella mia vita!”.

Francuska je osvojila prvenstvo, ali Hrvatska je osvojila srca svih. Ova rečenica možda najbolje opisuje simpatije svijeta prema maloj zemlji s velikim snovima.

La Francia ha vinto il campionato, ma la Croazia ha conquistato il cuore di tutti. Questa frase potrebbe descrivere al meglio la simpatia del mondo per un piccolo paese con grandi sogni.

Matteo Albanese

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