De Rossi, promosso. Numeri alla mano, solo Spalletti è meglio di lui alla Roma. L’allenatore giallorosso chiude il campionato al sesto posto come i suoi predecessori, ma con dei presupposti diversi. 1,85 la media punti, (1,89 in serie A, 1,75 in EL) inferiore solo a quella dell’attuale commissario tecnico. Non c’è la controprova, ma i numeri dicono che la Roma, con questo rendimento, sarebbe in Champions League. Resta comunque la necessità di rifondare e in questo senso il lavoro non mancherà.
Tanti, i nodi da sciogliere per una squadra che, numeri alla mano, ha evidenti problemi strutturali. Mourinho e lo stesso De Rossi non sono riusciti a sforare quota 63 punti e ad arrampicarsi oltre il sesto posto. Fra l’altro nelle ultime stagioni la Roma ha chiuso con i giocatori contati fra cali di forma e infortuni. Questo significa che al netto di meriti e demeriti individuale c’è qualcosa che non quadra a livello strutturale di rosa. O comunque non c’è una corrispondenza fra acquisti, rendimento ed ambizioni. Una squadra come la Roma, per mezzi economici a disposizione, può ragionevolmente accettare di chiudere dietro alle tre big, ma deve essere la quarta o quinta forza in campionato.
Ecco perché sarà rivoluzione. In difesa, lasceranno, con ogni probabilità, in tanti. Addio a Rui Patricio. Impresentabile a destra Karsdorp, anche Smalling potrebbe lasciare. In bilico la posizione di Spinazzola. In mezzo al campo, scontato l’addio di Renato Sanches, possibile quello di Aouar. in caso di offerta “congrua” che si traduce con un assegno di almeno 15- 20 milioni, possono partire sia Bove che Zalewski. In attacco sarà addio a Lukaku (a fine prestito) così come Azmoun. Da decifrare il futuro di Abraham. C’è perplessità nell’affidarsi a lui come attaccante titolare. E di fronte a una offerta di 25-30 milioni potrebbe anche lasciare Trigoria. Le parole di De Rossi su Dybala lasciano aperte anche le porte di un possibile addio dell’argentino.
Il sistema di gioco di Daniele De Rossi, che spinge molto sugli esterni e la verticalità, impone cinque acquisti in ruoli ben specifici. In questa stagione sono mancati gli esterni bassi e alti. In mezzo al campo serve un calciatore che garantisca il cambio di passo. E poi un attaccante che garantisca la ragionevole certezza di una doppia cifra e continuità di rendimento. Servono innesti mirati e il tempo è poco considerato che la Roma parte in ritardo dopo aver perso mesi strategici trascorsi senza il direttore sportivo. Il direttore sportivo Ghisofi è già al lavoro e circolano i primi nomi ma come premesso dallo stesso De Rossi occorrerà lavorare molto anche sulla comunicazione per evitare l’effetto boomerang. Le idee sono chiare, ma evidentemente non rese note
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