La Commissione Legale della LFP si è pronunciata a favore di Kylian Mbappe e ha condannato il PSG a pagargli i 55 milioni di euro tra bonus e stipendi per i mesi di aprile, maggio e giugno. Una vittoria su tutti i fronti per il calciatore del Real Madrid che però lascerà spazio a enormi polemiche al di là di Alpi e dei Pirenei. Questione di gentleman agreement violato.
La sensazione è che Mbappe non si sia lasciato sfuggire l’occasione di consumare una personalissima vendetta. Molto, se non tutto, dipende dal deterioramento dei rapporti fra la dirigenza del PSG e il talento di Bondy, giunti ai ferri corti nello scorso finale di stagione. Non a caso, il PSG, annusata la puzza di bruciato, attraverso i suoi rappresentanti, aveva già cercato di convincere Mbappe a mettere per iscritto quanto concordato verbalmente in qualcosa di scritto, ma i rapporti del calciatore con l’Al Khelaïfi si sono complicato ulteriormente negli ultimi mesi ed è stato impossibile raggiungere un accordo. E anche il gentleman agreement è saltato irrimediabilmente.
Del resto carta canta. E l’asso era nelle mani di Mbappe che l’ha calato sparecchiando il tavolo. Il PSG ha affermato che Kylian Mbappé si era impegnato a condonare 55 milioni di euro tra stipendi e bonus, prima di essere reintegrato con il resto dei suoi compagni di squadra il 12 agosto 2023, ma i legali del giocatore hanno sostengono che l’impegno verbale non è considerabile vincolante non essendovi nulla di scritto fra le parti. Si è dunque arrivati alle carte bollate. Il club parigino è stato sorpreso dalla decisione del calciatore di non cercare un accordo di conciliazione. Può impugnare la decisione, ma ha solo la parola del calciatore e niente di scritto e se non si atterrà alla decisione della LFP, Mbappé avrà il diritto di ricorrere al Tribunale del Lavoro per chiedere alla sua ex squadra di pagare i 55 milioni di euro.
La decisione della Commissione Legale è vincolante, quindi, salvo sorprese, il contenzioso non dovrebbe avere ulteriori implicazioni legali. Resta aperta e sarà presumibilmente molto dibattuta la questione morale: il PSG ritiene ingiusto l’atteggiamento di Mbappe specialmente dopo aver rinnovato il contratto nel 2022 a cifre senza precedenti nella storia del calcio e accolto tutte le richieste del calciatore e del suo entourage, ma evidentemente non è bastato. La realtà è che nel mondo degli affari non bastano le strette di mano e i “sulla fiducia”.
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