Il Real Madrid, come pronostico, fa sua la Supercoppa Europea superando, non senza qualche sofferenza di troppo, l’Atalanta. La notte di Varsavia lascia in eredità l’ennesimo “pezzo” di argenteria da destinare alla Casa Blanca, ma anche e soprattutto la prima rete di Mbappe che fa combaciare l’esordio con il gol e il suo primo trofeo con la sua nuova squadra.
Mbappe, inizio con il piede giusto
L’inizio della nuova era: Mbappe apre il suo conto personale di reti messe a segno con la maglia del Real Madrid (331 in carriera) mettendo a segno un gol che vale anche il primo trofeo europeo della carriera del francese. È vero che il talento di Bondy ha già una storia per non temere confronti, voci e paragoni: ha già alle spalle un Mondiale vinto alla stessa età di Pelé e segnato quattro gol in due finali, ma iniziare con un gol che vale un trofeo con la maglia del Real Madrid, dove non si fanno sconti a nessuno, aiuta e anche parecchio specialmente dopo un primo tempo piuttosto in ombra. Nei primi 45’, un solo tiro in porta (dopo 14’, sulla schiena di Hien) e nessun dribbling riuscito. Ancelotti, dopo il gol, gli concede la standing ovation. Una partita di sostanza, quella dell’attaccante francese: un tiro un gol e pochi fronzoli. Esattamente quel che serve e gli viene richiesto.
Da Parigi a Madrid, un ambientamento rapido
Sebbene non al 100%, come è inevitabile sia, la nuova esperienza di Mbappe è iniziata nel migliore dei modi. Le premesse, del resto, c’erano tutte: il calciatore francese era un predestinato ad indossare la camiseta blanca sin da quando ha mostrato al mondo il suo talento con la maglia del Monaco. Senza l’inserimento del PSG sarebbe già stato a Madrid da tempo. Esauritasi la parentesi parigina, c’era solo qualche legittimo dubbio sull’ambientamento del calciatore che ha raggiunto il gruppo a preseason inoltrata. Perplessità fugate nei primi allenamenti e dai primi 82’ di gioco con la sua nuova maglia.
La nuova era: caccia aperta ai trofei
Il Real Madrid è una nuova era professionale anche per Mbappe. Arrivato come fuoriclasse universalmente riconosciuto dai compagni, ma comunque in uno spogliatoio “impegnativo” come quello dei blancos, il francese, come riferiscono in Spagna, si è immerso con grande umiltà nel suo nuovo ambiente. Basta osservarlo. È un altro rispetto agli ultimi mesi a Parigi e con la maglia della Francia. Sorridente, rilassato e assolutamente integrato. Tutto come nei piani esattamente come il successo in Supercoppa primo personale alloro europeo a livello di club. La sensazione è che il cammino verso nuovi successi e quel Pallone d’Oro che insegue da tempo, esattamente come la Champions League, sia appena cominciato.