I Red Devils stanno vivendo un’altra stagione orribile e l’arrivo di Ruben Amorim in panchina non è bastato finora per invertire il senso di marcia. Paul Scholes attacca lo United: “Manca una spina dorsale”
Paul Scholes ha lanciato un duro avvertimento al Manchester United, sostenendo che la squadra rischia la retrocessione nella prossima stagione se non acquisterà almeno cinque giocatori di alto livello per rafforzare il gruppo attuale.
La leggenda dei Red Devils ha criticato aspramente la rosa guidata da Ruben Amorim, sottolineando la mancanza di una vera ossatura di squadra e, nel farlo, ha messo in evidenza anche le difficoltà che attualmente si sta ritrovando ad affrontare un giocatore di talento e prospettiva come Kobbie Mainoo.
Una delle poche note positive degli ultimi anni in casa United, il giovane inglese ultimamente pare infatti sentirsi quasi “smarrito” in campo.
I Diavoli Rossi di Manchester stanno vivendo una delle peggiori stagioni della loro storia in Premier League e Scholes non ha nascosto tutta la sua preoccupazione, usando parole anche molto dure nell’ultima puntata del format “Fan Debate” del noto programma The Overlap di Sky UK:
“Ci sono diversi aspetti che mi preoccupano nel Manchester United. Secondo me, Ruben Amorim ha molto lavoro da fare, soprattutto sul mercato, ma al momento non riconosco una struttura solida nella squadra attuale. Quando si analizza un team vincente, si parte sempre dalla sua spina dorsale: un grande portiere, difensori centrali affidabili, centrocampisti di qualità e attaccanti di peso. Il Liverpool, per esempio, ha tutti questi elementi. Il Manchester United, invece, non ha nulla di tutto ciò”.
Entrando più nello specifico, secondo Scholes, per costruire una squadra competitiva, lo United dovrebbe acquistare almeno un nuovo portiere, due difensori centrali, due centrocampisti e due attaccanti.
“La spina dorsale di una squadra è fondamentale. Se non la sistemano in estate, lo United potrebbe trovarsi a lottare per non retrocedere. So che possono sembrare parole esagerate, ma basta vedere i risultati ottenuti finora. Anche con Amorim, le prestazioni sono state molto negative”.
Vincitore di ben undici Premier League, Scholes ha ricordato il glorioso passato del club, forzando un confronto con la squadra che nel 1999 vinse la Champions League.
All’epoca, lo United poteva contare su una solida ossatura composta da campioni del calibro di Peter Schmeichel, Jaap Stam, Ronny Johnsen, Nicky Butt, David Beckham, Dwight Yorke e Andy Cole.
Nonostante un investimento di oltre 600 milioni di sterline sotto la guida dell’ex manager Erik ten Hag, il Manchester United odierno non è riuscito invece a costruire una squadra di qualità, tanto da essere tornato nuovamente sul mercato a gennaio per acquistare dal Lecce anche Patrick Dorgu (per circa 40 milioni di euro).
Focalizzandosi solo sulla stagione in corso, a distanza di pochi mesi dall’inizio del campionato si può dire che i 200 milioni di pound spesi la scorsa estate non abbiano portato minimamente i risultati sperati.
Oltre agli investimenti sul mercato che non sembrano aver migliorato la squadra, a risentire del caos generale in casa United sarebbero anche alcuni calciatori già presenti da tempo a Manchester.
Un esempio? Scholes ha espresso la sua preoccupazione per le recenti prestazioni di Kobbie Mainoo, sottolineando come il Manchester United non stia sfruttando al meglio il grande talento di cui il ragazzo cresciuto nell’Academy del club dispone.
Secondo l’ex centrocampista inglese, Amorim starebbe cambiando troppo spesso ruolo in campo al connazionale, facendolo giocare fuori posizione.
Contro il Crystal Palace, per esempio, Mainoo è stato provato addirittura come centravanti. Un esperimento che ha lasciato decisamente perplesso Scholes:
“Mainoo appare confuso. Non sa quale sia il suo vero ruolo. È stato provato come trequartista, come centrocampista centrale e persino come falso nove, ma le sue caratteristiche atletiche non gli permettono di ricoprire questo ruolo. È un ottimo calciatore e la posizione da ‘dieci’ in campo gli si addice. Farlo giocare da falso nove? Mai nella vita”.
Parole molto chiare e che non lasciano spazio a interpretazioni.
Scholes è assolutamente sicuro: se non cambierà mentalità dentro e fuori dal campo, il Manchester United dovrà prepararsi a vivere anche l’anno prossimo un’altra stagione da incubo.
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